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July 6, 2025

"Ah, come colmarlo, questo abisso della vita?"

Santiago Masetti

È il quarto giorno e ormai la routine è assorbita e si è trasformata in quotidianità. I gesti, i ritmi sembrano essere quelli di tutti i giorni. Rispettando l’orario canonico alle 7,30 siamo in bus direzione casa-famiglia e appena arrivati il primo compito della giornata è sicuramente “leggero” da un punto di vista fisico ma più serio da un punto di vista spirituale. I ragazzi affrontano infatti la loro seconda riflessione personale. Dopo la conferenza di ieri sono chiamati a riflettere sul desiderio di bene, bello e vero che si trova dentro al cuore di ognuno di noi. Insomma, riprendono le riflessioni di ieri e cercano di entrare e scavare dentro all’infinito che abita in ognuno di loro (noi). 

Il testo di riferimento che serve da faro per guidarci nella nostra interiorità è il Miguel Mañara, splendida pièce teatrale di Oscar Milosz, commentata da Franco Nembrini. Miguel Mañara, il protagonista, in uno dei testi scelti afferma “Ah, come colmarlo, questo abisso della vita? Che fare? Perché il desiderio è sempre lì, più saldo, più furibondo che mai. È un desiderio di abbracciare le infinite possibilità!”. I ragazzi iniziano (o continuano) ad interrogarsi sulla possibilità che il cuore è fatto per qualcosa di più del semplice godimento, del successo, del possesso o di tutti i derivati finiti che conseguono da queste categorie. Sperimentano che il loro istinto di esser fatti per l’infinito non è una sciocchezza o un sintomo di immaturità (mi tornano alla mente le parole di Bennato): “E a pensarci, che pazzia / È una favola, è solo fantasia / E chi è saggio, chi è maturo lo sa / Non può esistere nella realtà” ma forse è un inizio di cammino verso una meta che potrà condurli verso una felicità infinita, duratura, stabile, indipendente dalle intemperie della vita.

La giornata lavorativa procede liscia e spedita. Oggi si carica anche un camion con calcinacci e detriti di vario genere. I ragazzi sembrano essere contenti e carichi, nonostante il caldo. Si arriva placidamente alla pausa delle 12,30, pronti per mangiare. E dopo la pausa, ecco la sorpresa… al pomeriggio non si lavorerà, andremo tutti insieme al mare. Tutti sono chiaramente contenti, e vi assicuro, che con questo caldo, anche noi.

La giornata al mare trascorre tra lunghi bagni, partite di beach volley, racchettoni, carte e chi più ne ha, più ne metta. Verso le sei torniamo verso casa, in pullman l’aria è estiva, le casse passano le hit del momento e i ragazzi, scaldati dal sole albanese, passano la mezz’ora di ritorno cantando a squarciagola. Arrivati a casa le sorprese non finiscono… avevamo organizzato di mangiare in hotel, soli tra noi e più tranquilli. Una volta arrivati, però, anche noi rimaniamo sorpresi, gli ospitalissimi albanesi ci hanno apparecchiato vari tavoli a cielo aperto e ornati con bellissimi (dipende dall’occhio di chi guarda) fiori. Conclusione migliore per una giornata di “riposo” non poteva esserci. Si va a dormire stanchi ma con rinnovato entusiasmo e forza per affrontare gli ultimi giorni di missione rimasti.