
Di quale amore ha bisogno il tuo cuore?
Un tempo che prometteva e invece non è troppo diverso da Lima. Ieri il cielo nuvoloso ci è stato di aiuto, oggi invece, per alzare le mura e dare piano piano forma alle nostre case, sarebbe stato bello contare con un po di sole, che oltre il calore mette anche allegria, gioia.
Ogni gruppo parte molto presto da casa, verso le 8 e subito dopo la prima colazione. Il gruppo A ci mette solo 20’ ad essere nel proprio villaggio, mentre il gruppo B ha bisogno di circa 40’. Entrambi villaggi distano molto poco tra di loro, forse 500 metri in linea d’aria, però separati da 4 piccole montagne. In macchina invece ci si mette poco meno di 15’.
L’obiettivo del giorno per entrambi gruppi è la chiusura totale della casa, e la giornata viene divisa quindi in due grandi momenti: Prima di mangiare tutti devono aver livellato e sistemato i tre pavimenti. Dopo mangiato, e prima di partire, dovranno tutti aver alzato le pareti. Ogni terreno è un mondo a sé, come lo è ogni squadra. Ci sono squadre che riescono a lavorare meglio come gruppo, con più equilibrio, distribuendo i compiti facendo diventare tutto più efficiente. Altri a volte si “intoppano” in questioni secondarie, o si organizzano male, e quindi perdono efficienza. Non è una gara, lo ripetiamo più volte, ma sembra che per questa fascia di età la gara faccia parte del DNA, e il punto al quale sono arrivate le altre squadre diventa la misura di tutto, o quasi tutto. Peccato che questo è una trappola, come lo è il paragonarsi nella vita “reale”. Ce sempre qualcuno più avanti, e ce sempre qualcuno più indietro… e delle volte sei avanti, ma qualcuno ti supera, o sei indietro ma riesci a riguadagnare terreno con il tempo… come la vita, la costruzione della casa forse si è una gara, ma una gara di resistenza e di costanza, come ogni cosa che conta nella nostra vita: infatti le relazioni, sono proprio una di quelle preziose realtà che hanno bisogno di nutrirsi dalla costanza e dalla “resistenza” o forse sarebbe meglio chiamarla fedeltà.





La fedeltà è infatti il nome dell’amore nel tempo, una forma d’amore molto apprezzata, ma allo stesso tempo tanto ferita nei nostri giorni. E così entriamo nella tematica che il gruppo A ha affrontato ieri, e il gruppo B ha affrontato questa sera: l’amore.
L’amore è il filo conduttore del viaggio, ma non solo del viaggio di quest’esperienza di volontariato, ma di ogni vita umana. Veniamo da un atto d’amore, viviamo per amore, ci realizziamo nell’amore, e speriamo di vivere nell’amore fino al nostro ultimo respiro… e per chi crede, si spera anche in un abbraccio di amore eterno e infinito dopo la nostra morte. Quindi la domanda sull’amore non è una domanda secondaria, ma essenziale.
Parlare d’amore a un gruppo di adolescenti in piena crescita è una grande sfida. L’amore del quale parliamo non è un sentimento, ma una scelta consapevole e quindi libera da ogni costrizione, esterna ma soprattutto interna. E affinché un’azione sia libera serve anche la conoscenza. Non si può amare ciò che non si conosce. L’amore in quanto atto libero ci libera, ci libera dalla paura di non essere amati, ci libera permettendoci di essere noi stessi, ci libera dalla paura del rifiuto, perché l’amato ci riconsegna la fiducia di essere noi, che siamo amati così come siamo.
L’amore vero non controlla, non possiede, ma “contempla” l’amato e se ne prende cura. Il controllo e il possesso sono la morte dell’amore, l’asfissiano, e si nutrono, in fondo, dalla mancanza di fiducia dell’amato. L’amore non è un merito, non è qualcosa per cui dobbiamo fare determinate cose per conquistarlo. Non è quindi una “merce da scambio”. Non esiste che per ricevere attenzioni, uno sguardo, o una briciola di ciò che possiamo chiamare amore, uno debba rinunciare a sé stessi, ma soprattutto essere amato per ciò che si è e non per ciò che si fa. L’amore vero è incondizionato, senza se e senza ma. L’amore di cui il nostro cuore ha bisogno, è un amore che non esiga un merito, ma soprattutto che sia un per sempre, che ci garantisca un esserci sempre, un non abbandono. Concludiamo la riflessione con i ragazzi con i soliti inviti alla riflessione. Di quale amore vuoi nutrire la tua vita? Come lo vivi l’amore nel presente? Ami te stesso?





Durante la giornata i ragazzi hanno lavorato duro e senza sosta fino alle 17. Tutte le squadre sono riuscite a mettere tutti i tre pavimenti. Tutte le squadre del gruppo A sono riuscite a chiudere le tre stanze e qualcuna addirittura ha messo qualche trave. Delle squadre del gruppo B, tre sono riuscite a chiudere tutte le stanze, mentre le altre hanno fatto almeno una, e qualcuna pure due! Una giornata ottima dal punto di vista della produzione!