
Tutti sui tetti!
Mi chiedo quante banane e avocado possa mangiare un adolescente in tre ore. Tre: le ore che passano da quando arriviamo nella baraccopoli fino all’ora di pranzo. E in queste tre ore, ho passato più tempo a cacciare i ragazzi dalla zona “merenda” che a occuparmi del resto. Che la frutta in Perù sia deliziosa — e che all’avocado con sale e limone sia impossibile resistere — lo sapevo già. Quello che non immaginavo è la quantità in cui viene consumata. Alla fine ho chiesto in giro. Il record? Nando.. Ho mangiato 3 banane e almeno 8 metà di avocado (cioè ben 4 avocado).
La sveglia è ogni giorno più dura. Non solo per l’ora a cui vanno a dormire i ragazzi (non avete idea delle battaglie dello staff, che dalle 22:30 in poi inizia la lunga missione “a letto tutti!”), ma per la fatica che si accumula. Così, quello che nella prima settimana riuscivamo a preparare in un’ora, ora ci richiede almeno un’ora e mezza. Tutto rallenta un po’.
Dopo colazione ci ritroviamo tutti in auditorio. I ragazzi riprendono il momento di riflessione personale: oggi si entra nel tema dell’amore. Proponiamo loro alcuni testi per approfondire, come questo qui di seguito:
“Non esiste investimento sicuro: amare significa, in ogni caso, essere vulnerabili. Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale. Proteggetelo avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo col lucchetto nello scrigno, o nella bara del vostro egoismo. Ma in quello scrigno - al sicuro, nel buio, immobile, sotto vuoto - esso cambierà: non si spezzerà; diventerà infrangibile impenetrabile, irredimibile. L’alternativa al rischio di una tragedia è la dannazione. L’unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente al sicuro da tutti i pericoli e i turbamenti dell’amore è l’inferno.” C.S. Lewis - I quattro amori
I ragazzi dimostrano ancora – o almeno, quasi tutti – la volontà di prendere sul serio anche questa parte dell’esperienza. Sono in molti, infatti, a cercare un angolo tranquillo dove potersi fermare a rispondere alle domande proposte nel libretto di riflessione.
Dopo circa un’ora di riflessione e scrittura, i ragazzi salgono sui nostri otto pullmini: direzione La Florida. L’obiettivo di oggi è completare i tetti di tutte le case. Appena scesi dai mezzi, fanno scorta di banane e avocado — ormai rituale di ogni partenza — e poi, a gruppi, si dirigono verso le loro case.
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Ad accoglierli ci sono le famiglie: sia quelle che riceveranno la casa a fine giornata, sia quelle che attendono con pazienza il prossimo gruppo. Pian piano ogni casa prende forma: le mura si chiudono, e poi tutti sui tetti a sistemare le lamiere, sotto un sole che non fa sconti. Nel frattempo, alcuni ragazzi si dedicano ai più piccoli del quartiere. I bambini si affezionano in fretta. Ma la verità è che anche i nostri ragazzi non ci mettono molto.
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Verso le 17:30, accompagnati ancora una volta da un tramonto meraviglioso, iniziamo il rientro a casa. Siamo riusciti a completare 8 case su 10: ne mancano due, a cui manca ancora il tetto. Domani mattina probabilmente formeremo un delta team con i ragazzi più esperti per accelerare i lavori e chiudere anche queste ultime due. Gli altri si dedicheranno alle rifiniture e alla verniciatura: ogni casa deve essere pronta e verniciata.
Una volta rientrati, i ragazzi partecipano agli ultimi gruppi di riflessione, per condividere le impressioni finali di questi giorni intensi. Si cena tardi, verso le 22, perché alcuni gruppi hanno avuto bisogno di più tempo. Alle 23, teoricamente… tutti a dormire. O almeno, così speriamo.