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July 1, 2025

Amicizia vera come spazio per raccontarsi nella propria nudità

Fernando Lozada

Inizia la settimana, anche se quando si è in missioni praticamente non esiste distinzione tra giorni feriale e festivi, sono tutti giorni lavorativi. Il tempo a Lima non sembra voler darci tregua. E il sole continua anche a essere il grande assente nelle nostre giornate. 

Notizie molto positive arrivano dalla casa del gruppo B, dove praticamente tutti i ragazzi che ieri erano stati male sono in piedi, mangiano (cose leggere e non condite) e vorrebbero già venire a lavore, cosa che non permettiamo preferendo dare ai loro fisici una totale giornata di riposo. Però è un po una guerra con loro farli capire che rimanere a casa per riposare vuol dire che devono veramente riposarsi, anche se significa annoiarsi tanto. Preferiscono stare in giro, e soprattutto stare in compagnia (ci mancherebbe), giocano a carte, ascoltano la musica, si mettono pure a giocare a calcio. Inoltre dobbiamo praticamente prendere tutti biscotti che si sono portati dall’Italia, che ovviamente vorrebbero divorare, ma vista la recente situazione non è la cosa migliore dare allo stomaco tutte quelle cose che normalmente chiamiamo “porcherie”.

Oggi iniziamo con i gruppi di riflessione. I gruppi di riflessioni sono uno spazio per i ragazzi in cui, guidati da un membro dello staff, raccontano la loro esperienza e si raccontano. In questi momenti, sembra che le amicizie fatte in soli pochi giorni di cantiere e qualche ore trascorse in volo, non siano affatto un impedimento all’aprirsi, delle volte anche su tematiche di cui non parlano speso a casa, sia per la mancanza di momenti di questo tipo, sia per la difficoltà nel mostrarsi fragili. 

Per creare i gruppi chiediamo loro di formarli. “Ragazzi, ora vi dovete creare 4 gruppi di tot persone, riunitevi e poi ditemi chi siete”, e così piano piano, vengono fuori gruppi all’interno dei quali ce gia un vincolo di amicizia, affetto, afinità, che sono fondamentali affinché la riflessione di gruppo sia un momento di arricchimento e di condivisione profonda. 

Il nostro monotono lavoro va avanti, sia sul cantiere A che sul cantiere B, che rimane un po dimezzato. Mi dispiace non riuscire ad essere più descrittivo con quanto stanno facendo ma le foto penso parlino chiaro. La monotonia del lavoro ha in realtà una sua preziosa pedagogia. Soprattutto tra i giovani sempre desiderosi di novità, poter vedere che nella monotonia di giornate e azioni ripetitive possono costruire qualcosa di grande e solido, è un chiaro invito che ciò che dura, che rimane nel tempo, ha bisogno di tanta pazienza e impegno, che le cose facili, veloci, immediate, tante volte duranno poco, non sono radicate, e quindi crollano… un po come i nostri progetti, un po anche come le nostre relazioni. 

Da oggi i pomeriggi invece li trascorriamo in 4 istituti che accolgono persone con diversi tipi di fragilità, con storie difficili alle spalle. A tutte queste persone i ragazzi portano, più che un aiuto materiale (che ce anche) una presenza che riempie di gioia i loro, in un certo senso tristi, spazi. 

Mentre i gruppi di riflessione del gruppo A si sono tenuti questa mattina, quelli del gruppo B erano previsti per il pomeriggio. Ma all’ultimo decido di rinviarli alla fine della giornata di domani e di stringere un po il loro programma. Il motivo che mi porta a prendere questa decisione è che vista la situazione che si è creata per i vari malati è stato difficile che i ragazzi tutti possano avere il tempo e lo spazio per entrare nella dinamica interna del viaggio, fare silenzio, guardarsi dentro, rispondere alle domande, lasciarsi toccare da quanto stanno vivendo. Confido che domani, quando praticamente tutti saranno rientrati a lavoro, e potranno anche andare nei vari orfanotrofi nel pomeriggio, ci sarà molto più “materiale” esteriore che possa toccare il “materiale” interiore. 

Così dopo praticamente tutta una giornata trascorsa nella casa del gruppo B, riprendo la macchina e torno dal gruppo A, sperando di arrivare in tempo per festeggiare Virginia che oggi fa 16 anni. Sono solo 20km di autostrada, che però in una città di 11 millioni di abitanti come Lima, significano 1 ora di viaggio in macchina! Al mio arrivo a casa del gruppo A mi attenda una scena particolare: i maschi hanno deciso di passare il tempo, non facendo amicizia tra di loro o con le ragazze… no… hanno organizzato un torneo di prese, con tanti di quarti di finale, semifinale e finale per tappe… ma se qualcuno pensa che le ragazze in tutto questo non ci siano proprio, si sbaglia, perché sono li anche loro, in cerchio, tifando il loro candidato preferito… io li guardo, un po rido, un po alzo gli occhi al cielo, e spero che nessuno si faccia male…