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June 17, 2023

Bella Vista

Maria Sforza

Vista Hermosa, “bella vista”. Si chiama così l’asentamiento (insediamento) di Pamplona, l’enorme baraccopoli peruviana, dove il primo gruppo di giovanissimi volontari quest’anno sta costruendo un campo da calcio e da gioco.
Qui vivono 63 famiglie. Abbiamo conosciuto Rosemary, Helena, Anna Li… e le tante madri che fanno parte della direzione del asentamiento che, orgogliosissime, ci hanno aiutato tutti i giorni nella costruzione insieme a vicini, amici e mariti (per chi ne ha), infaticabili lavoratori.

Anna Li è incinta di 7 mesi. L’ho vista spostare pietre e cemento per quattro ore insieme ai ragazzi senza lamentarsi. Ha altri 4 figli, per loro e per il futuro bambino che ha in grembo non può non contribuire al lavoro: la mattina spostando pietre e poi cucinando, insieme alle altre straordinarie donne della comunità, per i nostri ragazzi affamati dopo il duro lavoro!

Il luogo dove cucinano è un “centro comunale”, l’unico posto in cui i bambini possono venire a studiare e dove si svolgono varie attività e laboratori come quello del cucito. Si tratta di un blocco con 4 stanze e 6 finestre, in legno. Anna Li, che è membro della direzione della piccola comunità, ci spiega che ci sono voluti 12 anni, tanta fatica e sacrifici per ottenerlo. E ha aggiunto “in soli 7 giorni avremo un campo da gioco per i nostri bambini!”. Mentre lo diceva un sorriso gigante le illuminava il volto stanco.

Vista Hermosa è l’ultimo asentamiento prima del “muro de la verguenza”. Un muro che fu costruito 12 anni fa per limitare l’espansione della baraccopoli. Salendo la collina, appena sopra le ultime case del villaggio, si vede qualcosa di unico e spaventoso. Il panorama separa due viste totalmente contrastanti. Da una parte, una distesa immensa di baracche, caotica e disordinata, con diversi colori di case dipinte a metà e panni appesi, permeati di polvere e fango; e dall’altra parte appare una città bianca e ordinata.

Vista Hermosa vuol dire “Bella Vista”, la vista oltre il muro, che nasconde l’ordine delle case bianche, dove regna il caos. Bella forse solo per chi è di passaggio e vive un’esperienza sensoriale straordinaria, e forse bella anche per loro, che riescono a guardare quello che hanno, a costruire partendo da lì, senza invidiare nulla. Anche con un muro chiamato “il muro della vergogna” accanto.