“Sosteniamoci” riparte: per le strade e per le famiglie
Con l’arrivo dell’autunno, sono ripartiti due dei nostri progetti più concreti e vicini alla gente: Sosteniamoci per le strade, attivo ogni settimana a Roma e Milano, e Sosteniamoci per le famiglie, che quest’anno sosterrà 160 famiglie a Milano e 50 a Roma per otto mesi consecutivi. Ogni mese i nostri volontari preparano personalmente i pacchi spesa, li consegnano a casa e, soprattutto, coltivano un dialogo con chi li riceve. Perché l’obiettivo non è solo donare alimenti, ma costruire relazioni e restituire dignità e, per quanto possibile, un po’ serenità a chi vive momenti difficili.
A Roma e Milano, “Sosteniamoci per le strade” è tornato con ancora più entusiasmo. E per raccontarlo, abbiamo raccolto la testimonianza di Jeanne, una giovane volontaria che ormai da un paio di anni partecipa ogni settimana alle uscite serali nei pressi di San Pietro.
“Sosteniamoci per le strade” è ripartito da poco, ma tu sei una delle volontarie che lo vive da tempo. Come descriveresti questa esperienza? Sosteniamoci è un’esperienza autentica e genuina. È un’esperienza che in qualche modo colpisce e rimane impressa. È un momento diverso da quelli che viviamo quotidianamente, è un ritrovo diverso. È un’esperienza che nutre e arricchisce e che spesso ti permette di tornare a casa con il sorriso.
Come hai conosciuto “Sosteniamoci per le strade” e cosa ti ha spinta a partecipare? Ho conosciuto sosteniamoci per le strade grazie a delle mie amiche con cui ho partecipato alle missioni in Romania e in Perù. Ci ho tenuto a parteciparvi perché volevo vivere le missioni anche durante l’anno e non soltanto durante le due settimane estive, volevo poter condividere lo spirito delle missioni nella città in cui vivo e portarlo intorno a me nella quotidianità.
Come si svolge una serata tipo? Solitamente ci si ritrova per le 20 in via della Conciliazione, ognuno porta qualcosa da mangiare (le porzioni vengono divise in base al numero dei partecipanti) e una volta tutti riuniti si parte per fare il giro di San Pietro lungo i colonnati laterali dove si stanziano i senza tetto. Tuttavia, non si porta solo il cibo ma si cerca anche di fare una chiacchierata e di ascoltare chi ha bisogno. Cerchiamo di portare un sorriso e una parola di conforto. Solitamente nell’arco di un’ora la serata si conclude, ma può capitare che alcuni ragazzi rimangano più a lungo per approfondire qualche dialogo intrapreso.
Incontrate spesso le stesse persone? Non incontriamo sempre le stesse persone, quest’anno ad esempio sono arrivati tanti senzatetto che l’anno scorso non c’erano. Ce ne sono comunque alcuni che ritroviamo ormai da qualche anno e che quindi conosciamo e che ci conoscono meglio. Per fortuna poi ce ne sono che vediamo per qualche mese ma che poi non vediamo più perché o hanno trovato un alloggio stabile o hanno trovato un lavoro.
Cosa provi in quei momenti? C’è un momento della serata che preferisci? Sosteniamoci è un momento in cui si prova tanta gioia nel far sentire qualcuno amato o perlomeno considerato, è un momento in cui si vede che basta molto poco per far stare meglio qualcuno che ha bisogno. Sosteniamoci ti fa sentire grato di poter essere nella posizione di aiutare e ti fa capire che molte volte le cose semplici ma sincere e profonde sono le più belle. Infine ti fa capire che abbiamo tutti bisogno dell’altro e di condividere e che possiamo imparare tanto anche dai più umili. Per questo il momento che preferisco della serata è quando ritrovo i volti familiari, quando si avvicinano sorridendo e che si fermano a parlare dandomi dei consigli sulla vita o raccontandomi della loro situazione.
Spesso si pensa che portare un pasto sia l’obiettivo principale, ma per voi non è così, giusto? Noi ci teniamo che abbiano un pasto completo, buono (a loro piace molto la pizza che portiamo) e sano (portiamo anche molta frutta) però ci teniamo ancora di più al fatto che ricevano un sorriso, che abbiano la possibilità di parlare e di non sentirsi soli e incompresi.
C’è un ricordo o una persona che ti ha colpito particolarmente? A me ha colpito e colpisce continuamente un signore che incontro ormai da due anni che si chiama Massimo. Massimo si ferma sempre a parlare con me, appena mi vede mi sorride e mi viene incontro. È una persona molto colta e mi consiglia sempre tanti libri da leggere. È bello parlare con lui perché condividiamo tanti pensieri e ci stimiamo a vicenda. Massimo mi lascia sempre qualcosa, un incoraggiamento o un pensiero condiviso, che mi fanno sempre sorridere.
Ti capita mai di sentirti impotente davanti a certe situazioni? Sì, è chiaro che noi ragazzi con i mezzi limitati che abbiamo ci sentiamo impotenti davanti a molte situazioni, anche davanti a quelle che sembrano più facili. Ci capita di incontrare persone che ci chiedono se possiamo trovare loro un lavoro o un alloggio oppure vediamo persone che sono costantemente sotto l’effetto dell’alcool o che sono depresse. Tuttavia riconosciamo i nostri limiti e cerchiamo lo stesso di fare del nostro meglio per ciò che possiamo fare, ad esempio se qualcuno ha bisogno di un paio di scarpe o di vestiti caldi cerchiamo di portarglieli. È un gesto molto piccolo ma penso sia piccolo soprattutto per noi e non per loro.
In che modo questa esperienza ha cambiato il tuo modo di guardare la città o la vita di tutti i giorni? Questa esperienza mi ha insegnato che dare agli altri è essenziale anche nel nostro piccolo: c’è sempre qualcuno che ha bisogno e spesso quel qualcuno si trova a due passi da noi. Mi ha insegnato che bisogna essere grati e ciò lo possiamo imparare anche dai senzatetto. Ma mi ha anche insegnato la differenza tra disperazione e povertà, il sottile limite che c’è tra i due e la difficoltà immensa e sovraumana che si fa per non passare dall’uno all’altro.
Cosa diresti a un ragazzo o una ragazza che vorrebbe partecipare ma non trova il coraggio di farlo? Le/Gli direi che sarà infinitamente felice e grata di aver trovato il coraggio di partecipare a Sosteniamoci una volta venuta. Le/gli direi poi che siamo un gruppo, che ci aiutiamo e accompagniamo a vicenda. Infine le direi che si inizia a vivere diversamente, si adotta uno sguardo diverso sul mondo e che si può solo arricchire e coltivare l’anima partecipando.
Cosa rappresenta per te, oggi, “Sosteniamoci per le strade”? Per me è un modo di uscire dalla mia bolla, di tornare con i piedi per terra e di realizzare ogni volta chi e cosa mi circondano. Per me Sosteniamoci è un’occasione di fare del bene e di girare il mio sguardo verso gli altri in un mondo in cui l’individualismo ci assale.

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