0
May 24, 2025

Chiamarsi per nome, incontrarsi per davvero

Marta Scotti

A Milano, ogni settimana, un gruppo di giovani si dà appuntamento in serata. Le borse sono piene di panini, frutta, caffè e tè caldo, ma soprattutto c’è un’attenzione: quella per le persone, i loro nomi, le loro storie.. È il cuore di "Sosteniamoci per le strade", il progetto di Wecare nato per incontrare chi vive in strada e ricordare, insieme, che nessuno è mai solo davvero.

Anna è una giovane universitaria e da un anno è parte di questo progetto.

“Volevo fare qualcosa di concreto per chi vive per strada. A Milano se ne vedono tantissimi, in metropolitana, in centro… ma non avevo mai parlato con una persona senza dimora."

L’occasione giusta è arrivata con Sosteniamoci. “All’inizio pensavo solo al panino, al tè caldo… Poi ho capito che il gesto più potente è un altro: chiamarsi per nome."

Le uscite serali sono diventate per Anna molto più di un servizio: sono un luogo di relazione, dove ci si riconosce. “I volontari conoscono i nomi delle persone che incontriamo, e loro conoscono i nostri. È un rapporto che nasce piano piano, con il tempo. Ma quando accade… succede qualcosa di bellissimo. Ci si guarda in faccia. Ci si ascolta davvero."

Durante i giri serali, spesso le persone mostrano le foto dei propri figli, raccontano con entusiasmo piccole conquiste, o semplicemente condividono la propria giornata. Una sera, per esempio, un uomo che aveva perso i documenti li aveva appena rinnovati. Era felicissimo, e ha voluto raccontarlo. “Ha parlato per venti minuti. Aveva bisogno che qualcuno si interessasse a lui. E noi eravamo lì, non solo con un caffè ma con la voglia di ascoltare.”

Il nome, in fondo, è molto più che una parola. È un segno che dice: “Tu esisti. Ti vedo. Ci sei.”

“Mi colpisce ogni volta sentire uno che mi dice: ‘Anna, ciao!’ Non ci conosciamo a fondo, magari ci siamo solo scambiati poche parole. Ma lui si ricorda di me, e mi chiama per nome. E quella cosa mi resta dentro.” Essere chiamati per nome ci restituisce una dignità profonda, ci fa sentire accolti, voluti, presenti. È un gesto che tocca qualcosa di intimo, che ci fa “esistere” un po’ di più.

Anna lo ha capito in strada, camminando tra le storie e i volti di chi ha perso molto, ma non tutto. Perché il nome, a volte, è ciò che resta. E da lì può ripartire tutto.

“Sosteniamoci per le strade mi ha cambiata. Ora, se li incontro per caso durante il giorno, li saluto, ci si riconosce. E questo cambia tutto: capisci che quel fenomeno che prima guardavi da lontano… in realtà è molto vicino: sono persone, con i tuoi stessi bisogni, le stesse emozioni. E che anche da loro c’è tantissimo da ricevere. Ci ascoltano, si interessano a noi, ci danno dei consigli, ci chiedono come è andata l’università.”

La strada, per chi la vive ogni giorno, può essere un luogo duro, fatto di freddo e solitudine. Ma quando qualcuno ti chiama per nome non sei più invisibile. Torni a esistere, per davvero.

È proprio questo uno degli aspetti più importanti del progetto: rimettere le persone al centro, restituire a ciascuno un volto, una dignità, un valore. In quel piccolo scambio c’è il senso più autentico di tutto: riconoscersi, camminare insieme, imparare a guardarsi davvero.