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June 24, 2023

Gratitudine

Fernando Lozada

Più passano i giorni più diventa difficile la sveglia. Lo scarico dei camion e portare i vari pezzi di ogni casa il giorno prima li ha letteralmente distrutti. Il bello è che, nonostante la fatica, il male ai muscoli, il sonno costante (perché anche se finiamo le attività tra le 21:30 e le 22:00 di sera loro vanno avanti pur di passare del tempo insieme), qualche fastidio alla gola in alcuni casi e qualche problemino con la pancia per alcuni altri, l’idea di quanto stanno facendo per queste famiglie li riempie di gioia e di forza

È sorprendente cogliere quanto i ragazzi capiscono della realtà dove sono, quando notano diversi dettagli, dai bambini che pur avendo solo giocattoli sporchi o rotti non si lamentano, o dagli adulti che di nascosto sono sempre attenti a che non gli manchi nulla. L’esperienza di gratitudine e di riconoscenza da parte delle persone del posto oggi ha toccato forse il punto più alto, perché solo oggi i ragazzi hanno saputo che tutta la frutta (ogni giorno loro preparano un tavolo pieno di granadillas, avocadi e banane) e l’acqua, più il pasto di mezza giornata non è un servizio che abbiamo preso o qualcosa per cui loro vengono pagati. Ogni famiglia mette a disposizione 50 soles a giornata, un totale di 500 soles a giornata, ovvero 125 euro circa, per dar da mangiare ai ragazzi. E quando uno prova a fargli un rimborso, loro proprio non ne vogliono sapere, perché è il modo, piccolo dal loro punto di vista, immenso per chi sa che ci stanno dando ciò che a loro manca, di essere grati con noi. Prendere consapevolezza di questo per i ragazzi è stato molto forte, molti sono rimasti increduli, sperando veramente che fossimo noi a pagare tutta quella frutta che divorano ad ogni pausa, e invece no, è il semplice frutto della gratitudine. 

E a volte è proprio così, sono le persone che meno hanno ad essere più generose, e forse perché conoscono o percepiscono di più il valore delle cose, sono più libere dinanzi a loro poiché appunto se ne possono liberare senza fare più di tanta fatica. Questa generosità non si esaurisce nel cibo che ci danno ogni giorno, ma si vede anche da tutte le persone di questa comunità che hanno dato una mano nello scarico del camion, nel portare le cose pesanti, soprattutto i pavimenti, da un lato della baraccopoli all’altro. Lo vedono nell’amore e nella libertà dei bambini che non si fanno problemi a venirgli incontro e ad abbracciarli, come se si conoscessero da una vita. 

Questa mattina dopo la prima colazione abbiamo avuto due ospiti, sono due membri della Comunità Cenacolo, di Madre Elvira di Saluzzo. Vengono a dare una testimonianza di vita fondamentalmente poiché il percorso che stiamo portando avanti con i ragazzi, che parte dal desiderio infinito di felicità, che tante volte si trasforma in idoli che per forza di cose ci portano all’esperienza della sofferenza, a cui si aggiungono le sofferenze o difficoltà che la vita ci riserva indipendentemente dalle nostre scelte, e che in fin dei conti possono solo risolversi nell'esperienza di un amore che ci ama senza se e senza ma, è l’esperienza di vita di queste persone. Persone che in passato sono cadute in diversi tipi di dipendenze, maggiormente di droghe e che, toccando il fondo, hanno potuto finalmente decidersi di chiedere aiuto, e che solo nell’esperienza dell’amore si sono sentiti riscattati. Tutto ciò che è stato detto nelle conferenze, per quanto i ragazzi apprezzino, e per quanti esempi uno possa fare, anche molti vicini a ciò che è la loro vita, rischia di rimanere una teoria, qualcosa che accade nel mondo delle idee e che non ha un riscontro con la realtà. Invece l’esperienza di avere a che fare con due persone che incarnano quasi alla perfezione tutto il percorso fatto è molto toccante per i ragazzi. 

Verso le 10:00 del mattino i nostri ragazzi sono pronti nei loro terreni per iniziare a mettere i pavimenti. I vari gruppi vanno molto veloci, e, a fine giornata, il bilancio è super positivo. Otto squadre su dieci hanno messo il pavimento e chiuso le tre stanze, solo due devono ancora mettere 1 e 3 pareti rispettivamente. Per loro l’esperienza di vedere il terreno irregolare da dove erano partiti trasformarsi in una casetta è qualcosa che non ha prezzo, e per molti di loro è il punto più bello dell’esperienza, anche se le case non sono ancora finite. 

A fine giornata facciamo il solito briefing e comunichiamo i ragazzi che l’ultima sera ci sarà un talent show obbligatorio, al quale potranno partecipare in singoli o in gruppo.