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July 20, 2024

"Ho tutto ciò di cui ho bisogno"

Fernando Lozada

La giornata di oggi inizia come tutte le altre con la preghiera del mattino, seguita dalla colazione.

Poi partecipiamo tutti alla seconda tematica di queste missioni: il mistero del male. Il male è una realtà che a volte si può pensare sia strutturale del mondo esterno, ma l'essere umano deve prendere consapevolezza che il mistero del male è in realtà frutto delle azioni concrete degli uomini. Pornografia, prostituzione, armi: insomma, tutta una serie di incoerenze. Se consideriamo quanto abbiamo visto nei giorni precedenti, parlando della grandezza dell’uomo, di quel desiderio nel cuore dell’uomo di bellezza, verità e bontà, è scioccante pensare come nel nostro mondo esista tutto il contrario. E tutto il contrario non è frutto dell’esterno, ma dell’essere umano che sceglie come usare la propria libertà. Il male si manifesta quando si sceglie di non amare, quando sceglie di ridursi a spazzatura. Il rischio di questa tematica è pensare che il male non ci riguardi. Pensiamo di essere buoni, di fare opere buone, e che quindi non abbiamo nulla a che fare con le guerre o con le persone che soffrono. A volte crediamo che il male e le sue conseguenze non facciano parte della nostra vita, ma basta poco per vedere come, all’interno della nostra società, ci siano tante famiglie spezzate, invidia, corruzione e tutti i disagi che le ferite relazionali provocano nei giovani, come tutti i nostri partecipanti. Dobbiamo prendere atto che la rete del male arriva anche a noi in diverse forme, magari più sottili e non così grottesche come quelle descritte prima, ma comunque presenti. Il male ci tocca quando smettiamo di credere in noi stessi, quando pensiamo di non valere nulla, e quando smettiamo di amarci.

Così presentiamo questa grande verità: il sentirsi e lo scoprire come l’essere umano è chiamato a qualcosa di eterno, profondo, vero e buono. Nonostante questo, vediamo come l’uomo spesso sbaglia, probabilmente attratto dai soliti idoli della nostra società, come la ricerca smodata del piacere come fine ultimo, il desiderio di possedere cose e opportunità come se potessero dare pace al cuore umano, o la ricerca del potere. C'è anche la ricerca ossessiva di assecondare le aspettative degli altri, rinunciando tante volte a essere se stessi, e di conseguenza rinunciando a una stabilità e a un benessere propri di chi sa chi è e soprattutto di chi si ama. Spesso ci rendiamo conto che viviamo per assecondare la volontà degli altri, anche a costo di sacrificare noi stessi, e così facendo rinunciamo a costruire una vita felice e serena, dove non ci si sente mai fuori posto.

Finita la conferenza, saliamo di corsa sui pullman per andare a completare le case. Molte sono ancora indietro, come abbiamo detto ieri, quindi ci aspetta una giornata di lavoro intenso per poterle portare a termine. Mentre alcune case riescono a essere finite per l'ora di pranzo, con tanto di verniciatura, altre richiedono più tempo.

Sul fronte nostro, intervistiamo alcune delle mamme che stanno ricevendo la casa. Le loro storie sono incredibili e commoventi. La cosa che ci tocca di più è quando, alla fine delle interviste, chiediamo loro: “Cosa ti manca per essere felice?”. La risposta è sempre la stessa e puntuale: "Niente, ho tutto." Quando chiediamo cosa significhi "tutto", rispondono che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno per essere felici: l'amore dei loro figli, il sostegno reciproco e ora anche una casetta. Si chiedono, come potremmo essere infelici?

La giornata prosegue con una pausa pranzo molto veloce. Dato che dobbiamo partire tutti insieme, aspettiamo fino alle sei del pomeriggio, quando l'ultima casa viene finalmente completata. L'ultima lamiera viene posizionata in un paesaggio fantastico, con un tramonto rosso fuoco che rende tutto ancora più suggestivo.

Tornati a casa, i ragazzi si lavano in fretta. Una trentina di loro partecipano alla Santa Messa e poi mangiamo velocemente. Al termine della cena, facciamo i complimenti a tutti per il lavoro svolto: 15 case completate per 15 famiglie che ora saranno protette dal freddo, dall’umidità, dalla terra e dalla sporcizia. Abbiamo visto tanti bambini ammalarsi in questi giorni, quindi è un sollievo anche per noi sapere che ora saranno al caldo. È importante far capire ai ragazzi quanto devono essere fieri di ciò che hanno fatto, perché ci sembra che non comprendano ancora appieno quanto queste casette, nella loro semplicità, siano un bene prezioso per le famiglie che le ricevono.

Chiudiamo la giornata con un breve briefing con i membri dello staff, ringraziandoli per tutti i loro sforzi. Spesso non ci rendiamo conto, ma sono i primi a svegliarsi, lavorano tutto il giorno, si fanno carico dei ragazzi su tanti fronti e sono gli ultimi ad andare a dormire. Inoltre, fanno anche le riflessioni con loro, dimostrando davvero grande dedizione. Noi di Wecare, e io in particolare, siamo molto grati a loro. Mandiamo subito i ragazzi a dormire perché domani la sveglia è alle 3:30; partiamo presto, per le 4:00, c’è per arrivare alle Cascate di Iguazu e poterle visitare con la minor quantità di gente possibile.