
Le prime 8 di 70. Perché ogni casa è un nuovo inizio.
“C’è più gioia nel dare che nel ricevere.” In Argentina, lo abbiamo toccato con mano, ancora una volta.
Wecare costruisce case da anni, perché sa che una casa è molto più di un semplice riparo: è il punto di partenza per tutto il resto. Per studiare, per crescere, per lavorare, per costruire un percorso di realizzazione personale. Un ambiente dignitoso e accogliente è il terreno fertile dove i sogni possono fiorire e crescere. La casa è il punto di partenza da cui tutto può finalmente prendere forma.
Le otto case realizzate in questi giorni nel barrio 16 de Febrero, una delle tante periferie dimenticate di Buenos Aires, sono solo le prime delle 70 che costruiremo quest’anno nelle nostre missioni. Un progetto ambizioso, ma possibile grazie all’aiuto concreto di chi sceglie di mettersi in gioco. Come i 24 bankers della Fondazione Mediolanum, da anni al nostro fianco, hanno scelto di sporcarsi le mani - letteralmente - per costruire qualcosa di molto più grande di otto case in legno.





Insieme ai volontari di Techo Argentina, organizzazione locale con cui collaboriamo, abbiamo condiviso giorni intensi: di lavoro, sì, ma anche di incontri, di sguardi, di abbracci sinceri e di emozioni che difficilmente si possono spiegare a parole. Come diciamo sempre: la vera bellezza di queste missioni è l’incontro. Da una parte, i volontari che hanno costruito con sacrificio. Dall’altra, le famiglie che hanno dato un significato profondo a tutto il lavoro svolto. La casa è solo l’inizio. Il resto lo costruisce l’incontro.




Le case che abbiamo costruito sono strutture semplici, in legno, ma per le famiglie che le hanno ricevute, sono tutto: un tetto stabile, un pavimento asciutto, un luogo finalmente dignitoso. I bambini facevano fatica a crederci. I genitori ci guardavano con occhi pieni di commozione e gratitudine: gli occhi di chi non ha mai smesso di sperare per i propri figli, e di resistere in una situazione di povertà che spesso non lascia scampo.





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E poi, c’è stato ciò che non ti aspetti: essere accolti da chi non ha nulla, ma ti offre tutto. I pasti cucinati con amore, i sorrisi che scaldano l’anima, gli abbracci, la dignità, la speranza contagiosa di chi non si arrende. Partivamo con l’idea di donare il nostro tempo. In realtà, come sempre, abbiamo ricevuto infinitamente di più.


Ogni missione lascia qualcosa dentro. Ci interroga. Ci mette in discussione. Ma soprattutto, ci insegna che questi giorni non devono restare chiusi in una parentesi straordinaria: sono esperienze che devono trasformare il nostro modo di vivere il quotidiano. Che ci chiedono di essere più consapevoli, più presenti, più attenti a ciò che conta davvero. Perché sarebbe un vero spreco tornare indietro e non lasciarsi cambiare. Ogni volta che torniamo, portiamo con noi qualcosa in più: uno sguardo più grato, e un senso di responsabilità più profondo. La responsabilità di continuare a costruire, nel nostro piccolo, giustizia, dignità e umanità.
E la missione non si ferma qui: pochi giorni fa, un altro gruppo di 20 volontari è partito per costruire 6 nuove case in un altro quartiere periferico di Buenos Aires. Perché donare se stessi è l’unica cosa che, più la fai, più ti trasforma. Senza mai stancarti.