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July 19, 2024

Il valore di una cosa cresce quando viene condivisa

Fernando Lozada

Iniziamo la giornata come di consueto con la sveglia alle 7:00 o alle 6:45, a seconda della grandezza della stanza. La preghiera personale in cappella è guidata questa volta da padre Cesar, che alla fine ci invita a dare tutto oggi e a capire che la felicità, il tema dei nostri giorni, non si raggiunge dove non c’è amore e gratitudine nella nostra vita. Dopo la colazione, durante la quale i ragazzi divorano ogni traccia di pane disponibile sui tavoli e in cucina, ci raduniamo in auditorium per la prima riflessione personale. Segue una seconda riflessione personale sulla continuazione del tema di ieri: la felicità.

Le riflessioni personali, come spiegato precedentemente, sono una raccolta di testi scelti in anticipo dal team di Wecare. Questi testi vengono poi valutati insieme a un gruppo di ragazzi che oggi fanno parte dello staff e che hanno partecipato a un weekend di formazione. Dopo la lettura dei testi, vengono poste delle domande per trasformare i concetti generali espressi nella letteratura in qualcosa di più concreto e applicabile alla vita di ciascuno. In questo contesto, invitiamo i ragazzi a prendere seriamente l'esercizio di scrivere, per fare ordine nei propri pensieri, nelle emozioni che provano e nelle riflessioni che ne derivano. Scrivere aiuta a dare forma a ciò che stanno vivendo, pensando e sentendo.

Uno dei testi:

“La bellezza trasforma il mondo in un incontro. Mentre la bruttezza trasforma il mondo in un agguato. Dostoevskij faceva urlare a uno dei suoi personaggi che l’uomo “senza la bellezza non avrà assolutamente nulla da fare al mondo! Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui!
La scienza stessa non si reggerà neanche un minuto senza la bellezza, lo sapete, questo, voi che ridete? Si convertirà in trivialità, non inventerete nemmeno un chiodo!”, e aveva ragione. Senza bellezza c’è da rimanere chiusi in casa e aspettare la fine, sperando che il brutto non valichi la soglia della porta della camera. Solo la bellezza ispira a uscire da sé, a esplorare, ad amare, a creare, a riparare. La bellezza entusiasma al lavoro.
Ci si innamora solo attraverso la bellezza, per questo i poeti hanno il dono di innamorarsi continuamente. Se diventiamo incapaci di leggere poesia, scivoliamo nella cecità verso la bellezza, perdiamo l’amore, come dimostra la nostra stanchezza del quotidiano, vera corsa a ostacoli, spazio di prestazioni senza riposo, sete di fine settimana in fuga, mai dissetanti come speravamo. Dilaga, in un mondo che cerca il comfort in ogni angolo della vita, un paradossale non saper più stare al mondo, a forza di consumarlo. Per imparare a “stare” e poi a dare bisogna pazientemente “sostare”.
Alessandro d’Avenia - L’arte di essere fragili

Alle 9:00 partiamo rapidamente verso le nostre destinazioni, consapevoli che ci aspetta ancora molto lavoro. Come il giorno precedente, ogni gruppo si dirige verso la propria casa e inizia a lavorare insieme ai volontari delle organizzazioni Techo, uno per casa.

Il lavoro di precisione continua, ed è la fase più delicata del processo, richiedendo molto tempo perché ogni piccolo errore, anche di mezzo centimetro, può causare grandi aperture tra le pareti della casa. I ragazzi fanno un po' di fatica a capire questo, perché come è tipico tra i giovani, c'è la tendenza a voler fare tutto in fretta, finire subito, e quasi trasformare il tutto in una gara. Tuttavia, non è così che si costruiscono queste case. Essendo molto ancorate alle fondamenta, non possono permettersi nemmeno il minimo errore, motivo per cui il lavoro procede molto, molto lentamente.

Infatti, qui notiamo una grande differenza tra alcune case. Una volta che il pavimento è livellato e perfetto, alzare le mura della casa e montare il tetto diventa un lavoro che può richiedere al massimo tre o quattro ore, anche se in alcuni casi ci sono problemi con i chiodi. Questo crea una disparità: non appena una squadra riesce a completare il pavimento, la distanza che la separa da chi non ha ancora posato l'ultima fondamenta diventa evidente. Così, da una parte troviamo squadre che stanno ancora lottando con le fondamenta, mentre dall'altra ci sono squadre che stanno già lavorando sul tetto. Non perché siano molto più avanti, ma perché, come dicevamo, una volta livellato tutto, alzare la casa diventa abbastanza semplice. È necessario solo un po' di attenzione, soprattutto per chi lavora sul tetto.

Così, a fine giornata, verso le 17:00, ci rendiamo conto che abbiamo quattro o cinque case che hanno già iniziato il tetto, altre cinque che sono a buon punto con le mura, e cinque che non sono ancora riuscite a mettere il pavimento perché sono ancora nella fase di livellamento. Questo però non significa necessariamente che siano particolarmente indietro, ma semplicemente che hanno avuto un terreno più complicato o hanno commesso qualche errore. Tuttavia, non è un problema: abbiamo ancora un'altra giornata di lavoro per completare queste prime case, che le famiglie non vedono l'ora di vedere e utilizzare.

Colpisce particolarmente l'emozione e l'affetto che queste famiglie mostrano ogni giorno ai ragazzi. Durante le varie interviste con i residenti locali, abbiamo potuto toccare con mano questa emozione e gratitudine, che superano di gran lunga quanto ci si possa immaginare. Per noi, alla fine, si tratta di qualche pezzo di legno assemblato per formare una bella casetta, ma non riusciamo a comprendere appieno l'impatto che questo lavoro ha sulle famiglie. Per loro, rappresenta una differenza enorme e significativa.

Tornati a casa, i ragazzi si preparano: si lavano, si vestono, e alcuni giocano a calcio o a carte mentre chiacchierano tra loro. Da ieri è iniziata la messa quotidiana per chi desidera partecipare, e circa una trentina di ragazzi vi prendono parte. Subito dopo, verso le 19:00, ci raduniamo in auditorium per la comunicazione dei gruppi di riflessione. In questi momenti, ci dividiamo in gruppi più piccoli, separando maschi e femmine, ma mantenendo le amicizie insieme per approfondire la tematica del giorno. Le riflessioni fatte sui libretti servono da spunto per parlare del percorso che i ragazzi stanno facendo qui.

Oltre al prezioso momento della riflessione personale, che offre ai ragazzi il privilegio di dedicare del tempo a sé stessi, aggiungiamo un altro momento altrettanto significativo: la condivisione. Durante questo tempo, i ragazzi hanno l'opportunità di raccontarsi e aprirsi ai loro coetanei, amici o anche a quelli appena conosciuti. Questa condivisione permette loro di nutrirsi a vicenda delle esperienze altrui, poiché riflettersi negli altri e nelle loro storie ed esperienze è una parte fondamentale del nostro percorso.

Terminati i gruppi di riflessione, che durano all'incirca una quarantina di minuti, anche se alcuni possono protrarsi fino a due ore, ceniamo con un delizioso maiale al forno e un'insalata di riso, che i ragazzi divorano puntualmente. Infine, pian piano andiamo a dormire, sperando che possano riposarsi bene, poiché domani dobbiamo essere pieni di energia per finire le casette.