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July 18, 2025

La felicità che nasce dal dono di sè stessi

Arianna de Blasio

Il quarto giorno è iniziato molto bene, con i ragazzi che si sono svegliati carichi e pronti ad affrontare un’altra giornata intensa di lavoro.
La stanchezza dei giorni precedenti si è fatta sentire, ma non ha tolto loro la voglia di continuare. Anzi, proprio il vedere i risultati concreti di ciò che stavano facendo li ha spinti a dare ancora di più.

Hanno passato la giornata lavorando sodo, dividendosi come sempre nei due gruppi: chi sistemava, chi giocavano con i bambini del posto, chi costruiva, chi pitturava, chi spostava mucchi di terra che sembravano infiniti, chi si occupava di piccoli progetti nella zona comune, chi provava balli tipici brasiliani.
Ogni giorno i lavori procedono un po’ di più e i ragazzi si sentono sempre più soddisfatti per i traguardi raggiunti. È bello vederli stanchi ma contenti, con le mani sporche di fatica e il cuore pieno di felicità.

Durante le ore di lavoro hanno avuto la possibilità di stare a contatto con i bambini e le persone del posto. Non è stato sempre facile comunicare, perché la lingua a volte sembrava un ostacolo… ma alla fine non è stato un vero problema. Il bello di questi viaggi è proprio questo: anche quando non si parla la stessa lingua, si trova comunque un modo per capirsi. Basta uno sguardo, un sorriso, una mano tesa per sentirsi vicini. I ragazzi hanno imparato, giorno dopo giorno, che l’amore per il prossimo passa prima dal cuore che dalle parole.

Dopo il lavoro, sono tornati a casa e hanno partecipato alla prima vera conferenza della missione. Il tema era profondo e coinvolgente: la felicità. Durante la conferenza sono state proposte tre domande importanti, punti aperti su cui riflettere e lasciarsi interrogare. Sono domande che chiedono tempo, ascolto e sincerità verso sé stessi. Si è parlato di cosa significhi davvero essere felici, di come si possa trovare la gioia nelle piccole cose e di come spesso la felicità passi proprio dal dono di sé agli altri.

Questa conferenza ha lasciato i ragazzi pensierosi, ma anche desiderosi di conoscersi meglio e di approfondire queste tematiche. C’era silenzio alla fine, ma un silenzio pieno di voglia di capire di più, di scoprire cosa rende davvero piena la propria vita.

La giornata si è conclusa con la seconda messa del viaggio, un momento di raccoglimento e di preghiera che ha aiutato tutti a fermarsi un attimo, a respirare e a ringraziare per quello che stanno vivendo. Poi, finalmente, una buona cena ha chiuso la serata, tra chiacchiere tranquille e sguardi ancora un po’ persi nei pensieri della giornata.

Un altro giorno pieno, vero, vissuto fino in fondo.