L'amore è la mia verità. Io sono me stesso quando amo.
Stamattina ci aspetta un intero camion da scaricare, un po' più piccolo di quello di ieri. Arriva alle 8:00 a Nueva Santa Maria, e partiamo da casa verso le 8:15 per essere pronti a iniziare a lavorare alle 9:00. Il primo compito è scaricare il camion, distribuire tutti i materiali mancanti nelle varie case e assicurarsi che ogni casa abbia tutti i pezzi necessari.
Il lavoro inizia presto e dura dalle 9:00 fino alle 13:30/14:00, quando i ragazzi si fermano per mangiare. Oggi ci dedichiamo soprattutto al livellamento del terreno, alla posa delle fondamenta e dei pavimenti. Questa è forse la parte più noiosa e lenta, poiché richiede grande precisione.
I ragazzi devono non solo disporre i 12 blocchi di cemento che sosterranno la casa nelle distanze corrette, ma anche assicurarsi che siano perfettamente livellati sia con il terreno che tra di loro. Per questo utilizziamo un tubo con dell'acqua e sfruttiamo il principio dei vasi comunicanti per garantire che tutti i blocchi siano alla stessa altezza. La strategia migliore è solitamente quella di posizionare quattro o sei fondamenta, mettere un pavimento, poi livellare le altre e continuare così finché non si posano i tre pavimenti.
Ogni terreno presenta una sfida diversa. Ce n’è uno in particolare che richiede l’uso di un martello pneumatico, che i membri del quartiere hanno procurato rapidamente. All’estremo opposto, c’è un terreno che ha già una piattaforma di cemento, quindi basta posare i tre pavimenti assicurandosi che siano tutti allo stesso livello, cosa che è possibile solo se il cemento è stato fatto correttamente.
Poi ci sono le altre situazioni, come chi ha il terreno un po’ inclinato e deve scavare da una parte e rialzare dall’altra, o chi ha uno spazio troppo corto e deve ottimizzare gli spazi a disposizione. In generale, il lavoro procede bene, ma non senza difficoltà. L'obiettivo della giornata è riuscire a posare tutti i pavimenti delle case e, se possibile, iniziare già a montare alcune stanze.
A fine giornata, il bilancio è che ci sono ancora tre case che hanno solo uno o due pavimenti, quindi manca ancora la posa dell’ultimo pezzo. Tutti gli altri sono riusciti a completare due o tre pavimenti, e tre case sono addirittura riuscite a chiudere almeno una stanza, mentre due case sono riuscite a completare tutta la struttura. Questo perché, una volta completati i pavimenti, alzare le mura è un lavoro molto più agile e divertente. Basta avere un po’ di forza e la giusta tecnica per mettere i chiodi.
Il rientro, previsto per le 16:00, si è prolungato fino alle 17:00 perché alcuni gruppi, determinati a completare i loro obiettivi, non tornavano verso i pulmini. Durante il conteggio finale, mancavano infatti alcuni ragazzi, il che ci ha costretto a ricontare più volte. Alla fine siamo riusciti a partire, ma tra una cosa e l’altra siamo ripartiti solo alle 16:55.
Tornati a casa, concediamo un’ora e mezza di tempo affinché tutti possano prepararsi, visto che dobbiamo riprendere il nostro percorso e recuperare quanto non avevamo fatto ieri. La giornata era iniziata molto presto ed era stata forse la più faticosa per tutti i ragazzi.
Alle 19:15 ci incontriamo nel nostro auditorio per proseguire con il nostro percorso. La tematica e il filo conduttore non sono solo di questa missione, ma di tutta l’esistenza umana: l’amore. Parlare di amore senza cadere nelle banalità è molto difficile. Vogliamo presentarlo come il filo conduttore della nostra esistenza, poiché ogni vita nasce da un atto d’amore. L’amore, o la sua assenza, determina in ultima analisi la qualità della nostra vita. Una vita senza amore è un incubo, mentre una vita piena d’amore, nonostante le difficoltà che tutti affrontiamo, può essere vissuta in pienezza.
Cerchiamo così di dare uno slancio ai ragazzi per identificare la vera natura dell’amore, soprattutto perché viviamo in una società dove tutto è suscettibile di scambio: si dà per ricevere, si fa qualcosa per ottenere qualcosa in cambio. Spesso si pensa di amare, ma non con la speranza, che sarebbe legittima, bensì con la pretesa di ricevere qualcosa in cambio. Quando non si riceve nulla, si smette di amare, senza rendersi conto che, in realtà, alla base non c’era un atto d’amore, ma la ricerca del proprio interesse.
Quando l'essere umano pensa all'amore, lo immagina spesso in maniera ideale. Ideale non significa irreale; può sembrare irraggiungibile, ma vogliamo presentarlo come l’aspirazione più alta, l’obiettivo più nobile.
Una prima cosa importante da dire è che l’amore è un atto di libertà. Solo chi ama liberamente ama davvero, in modo incondizionato, senza sé e senza ma. L’amore non è un merito: non si riceve amore come frutto di qualcosa che si è conquistato e non si dà amore solo a chi se lo merita. Altrimenti, l’amore non sarebbe libertà, ma una risposta meccanica a un’azione che riceviamo.
Un'altra prospettiva dell'amore che ci sembra fondamentale ricordare è pensare idealmente all'amore come qualcosa che dura per sempre. In una società come la nostra, molto frammentata e fragile, dove le relazioni sono sempre più instabili, è molto difficile confrontarsi con l'idea del "per sempre". Questo avviene in parte per la paura del cambiamento e in parte per l'incertezza su come evolveranno le cose. Sebbene siamo consapevoli che molte cose possono cambiare e che nessuno può garantire al 100% che una situazione presente rimarrà invariata in futuro, è importante riflettere su come l'ideale dell'amore eterno possa guidare le nostre azioni e scelte quotidiane.
Penso che, umanamente, l’essere umano abbia bisogno di sperare che l'amore possa essere eterno. L'esperienza di un amore incondizionato e duraturo concede al cuore umano una sensazione di pace e sicurezza. Sapere di essere amati e di poter amare non per le proprie azioni o meriti, non perché si è bravi o buoni, ma semplicemente per quello che si è, offre un profondo senso di accoglienza. In questo modo, niente può far venir meno l'amore.
L'amore più bello che possiamo desiderare è dunque quello che dura per sempre, che non ti lascia con la paura che possa finire ogni giorno, né con l'angoscia di poter essere tradito o di vedere svanire l'emozione e la bellezza di questo sentimento. Anche se siamo consapevoli che tutto può cambiare, è bello sperare che l'amore possa durare per sempre. Questa speranza, a mio avviso, dona una sensazione di pace. Vivere un rapporto con la costante paura che possa finire presto crea angoscia, ansia e incertezza. E l'incertezza genera sempre un disagio interiore.
Quando si parla di amore, soprattutto con gli adolescenti che stanno scoprendo le varie sfaccettature di questo sentimento, è importante sottolineare l'importanza di alzare l’asticella, nel senso positivo: bisogna aspirare a qualcosa di grande, desiderare il bello. L'amore autentico deve desiderare l'incondizionato e comprendere che non è un merito da guadagnare. Deve aspirare a durare per sempre, indipendentemente dai condizionamenti che possono esistere e che sono parte della normalità. Inoltre, l'amore dovrebbe essere un'esperienza di libertà: là dove c'è il possesso e il controllo, come ribadiamo ai ragazzi, non può esistere il vero amore.
Le relazioni, anche quelle amichevoli, dove si vive intensamente l'esperienza del possesso e del controllo, sono lontane dall'amore vero. Queste dinamiche tolgono la libertà, sono condizionate e non rappresentano la fiducia reciproca che dovrebbe caratterizzare un vero legame.
Infine, vogliamo che i ragazzi comprendano che l’amore non riguarda solo le esperienze di amicizia o di coppia, ma è vivere con una vocazione comune di vita. Significa essere generosi, buoni, sacrificarsi e donarsi in ogni momento e in ogni luogo della propria esistenza. Questa è l'esperienza di donazione che i ragazzi hanno vissuto in questi giorni. Dunque l’amore, come dicevamo all’inizio, è un tema centrale non solo nella nostra missione, ma nell'intera esistenza umana. È il filo conduttore che dà pienezza e senso alla nostra vita.
Qualche minuto prima dell'inizio della conferenza, abbiamo ricevuto un messaggio da un ragazzo del primo gruppo. Nel ringraziarci, ha condiviso come in questi giorni stia cercando di dare concretezza all'esperienza di donazione vissuta in Perù. Questa esperienza lo ha reso pieno di felicità e ora sta cercando di tradurla in qualcosa di concreto nella sua vita a Milano. Ciò su cui cerchiamo di insistere con i ragazzi è il desiderio di vedere ognuno di loro felice e sereno, proprio come molti di loro si sono sentiti in questi giorni.
Un esempio: qualche giorno fa, una mamma mi ha detto che sua figlia è così felice qui che vorrebbe rimanere. Questo tipo di testimonianza è molto bella perché riflette un’esperienza di libertà e di scoperta di sé, un lasciarsi andare nel fare del bene per gli altri e nel dare un senso al proprio tempo. E questo non è altro che vivere l’amore 24 ore su 24 con un gruppo di persone, quindi in relazione con altri, e perseguendo un obiettivo comune più grande. Siamo convinti che questa esperienza d’amore possa essere tradotta nella nostra vita quotidiana, da tutti, dai ragazzi fino al team e allo staff. Anche se sappiamo che ciò è molto più difficile nell'ambiente quotidiano, è comunque possibile.
Alla fine della conferenza, ci dividiamo in gruppi per leggere testi sull’amore e riflettere insieme. Oggi è stata un'immersione totale, quasi un ritiro, poiché abbiamo discusso di questioni personali e lavorato in gruppo. Restano solo due giornate di lavoro prima del ritorno, quindi è importante concentrarsi sul presente e vivere appieno queste giornate, sfruttando al massimo ciò che i ragazzi stanno vivendo e ciò in cui crediamo.