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July 19, 2025

L'irrequietezza che ci abita e la sete di infinito

Filippo Masetti

Arrivati al quarto giorno oramai la routine si è consolidata. I ragazzi, che devo dire rispetto ad altri gruppi sono estremamente facili da svegliare, oramai si comportano come se i ritmi della missione fossero i loro ritmi e vanno con il pilota automatico. La colazione è sempre ben fornita ed oramai hanno capito perfettamente cosa mangiare, cosa può aiutarli con il lavoro e cosa invece è loro nemico (tipo i würstel alle 7 di mattina).

Oggi a Pazear per la prima volta affronteranno il cemento per pavimentare l’aula, i più fortunati utilizzeranno la betoniera i meno dovranno mischiarlo a mano (una fatica immane). Altri hanno iniziato a preparare il terreno per il parco giochi che sta per nascere altri ancora stanno finendo di scavare la traccia per una strada che darà nuova vita allo spazio. Insomma tante piccole cose che si muovono insieme e che piano piano prendono forma grazie all’enorme lavoro che i ragazzi stanno portando avanti. Il gruppo che è andato a lavorare a Pro Crianca anche sta portando avanti, oltre al progetto principale, diversi piccole cose alcune nate proprio da idee e iniziative loro. In particolare alcune ragazze ieri, probabilmente stanche di spaccare muri, mi hanno chiesto di abbellire i muri della scuola, ridipingendoli con colori nuovi per dare nuova vita all’intera struttura.


Dopo la lunga giornata, e la meritata doccia, per i ragazzi arriva il momento di una nuova riflessione questa volta ispirata da un testo chiamato “Miguel Manara”. Il protagonista dell’opera dopo una vita di successo e godimento arriva ad un punto in cui sente un grande vuoto dentro e si chiede: “Ah, come colmarlo, questo abisso della vita? Che fare? Perché il desiderio è sempre lì, più saldo, più furibondo che mai. È un desiderio di abbracciare le infinite possibilità!”
Il testo vuole dare un nome all’irrequietezza che probabilmente ha portato i ragazzi a scegliere di partire con noi invece di fare una vacanza ” normale”.  A chiedersi se questo desiderio di infinito che li ha spinti così lontano da casa può essere l’inizio di un cammino versa una felicità non sporadica e legata a piccoli successi che non durano, ma vera e reale che resiste nonostante le sfide che la vita ci mette davanti.

Dopo aver scritto i ragazzi si confrontano fra loro nei gruppi di riflessione che, come anche la prima volta, durano ben più del tempo che avevo preventivato facendo slittare leggermente l’orario della cena che invece, come sempre, viene divorata in pochi minuti.