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July 10, 2023

Oggi mi sento grato perchè...

Fernando Lozada

Ieri sera, dopo aver finito la riflessione personale sul tema dell’amore e dell’amore incondizionato che ogni cuore umano desidera, siamo andati a dormire.

Purtroppo però, mentre noi maschi andavamo nella nostra zona, sono successi due incidenti abbastanza sgradevoli. Uno di cui è meglio non parlare perché non ne vale la pena, e un altro di un gruppo di ragazzi che è stato avvistato dai sacerdoti che abitano in uno dei chiostri della casa di ritiro dove alloggiamo: erano entrati senza permesso nella loro cucina e nella loro dispensa prendendo un po’ del loro cibo. È stata un’amara sorpresa ritrovarci con un messaggio da parte del superiore della casa  che ci diceva di controllare meglio i nostri ragazzi e di non fargli prendere le cose che non sono loro. La mattina dopo, quindi, decidiamo di svegliarli alle 5:30 per capire chi aveva fatto cosa. Ci incontriamo tutti in auditorio: qui vengono fuori i primi due responsabili, e dopo un po’ di “interrogatorio” più o meno personale con ognuno dei ragazzi, riusciamo a capire chi sono gli altri due. Per quanto riguarda il primo incidente di cui non abbiamo parlato, preferiamo non parlare neanche dell’opportunità di riflessione che gli stiamo offrendo. Per quanto riguarda invece i ragazzi che hanno frugato nella dispensa dei preti, gli abbiamo semplicemente chiesto di andare da ciascuno di loro a chiedere scusa. Sono andati in tre e uno ad uno si sono scusati.

Dopo aver pregato nell’orario normale delle 6:30, partiamo alle 7:15. Verso le 8:00 arriviamo alla baraccopoli di Villa Maria del Triunfo e i ragazzi hanno il compito di andare dritti alle loro case per continuare nella costruzione. Il lavoro è a buon punto per alcuni, altri sono solo ai primi pavimenti. Però l’ambiente è positivo: i ragazzi sono carichi anche se molto stanchi. Qualcuno è dovuto rimanere a casa a causa di qualche raffreddore o problemi con lo stomaco, però la morale è alta e forte.

Per prima cosa ci assicuriamo che tutti quanti abbiano tutti i pezzi delle loro case, e siamo felici di scoprire che è così nonostante il caos iniziale, sopratutto nelle case che si trovano più in alto. Questa è già una grande vittoria. Aver sbagliato nella distribuzione di anche solo pochi materiali, poteva significare dover attraversare tutta la baraccopoli, che più che lunga è parecchio ripida. Così, delle 15 case, a fine giornata un gruppo riesce a mettere il tetto e addirittura a verniciare la propria casa. Diciamo che se ne vantano un po’, perché i ragazzi naturalmente , soprattutto tra maschi, tendono molto alla competizione. Fa ridere, però, che in una discussione molto accesa tra un gruppo e l’altro (il gruppo che aveva già finito e uno che stava ancora a metà) si discuteva su quanto fossero toste per uno e semplici per l’altro le travi da segare. Poi si è scoperto che la squadra che aveva finito prima era stata in realtà assistita da due/tre peruviani, che tra l’altro fanno i falegnami, i quali possedevano degli attrezzi elettrici che gli hanno permesso di accelerare i lavori. Per carità, ben venga l’aiuto: sono stati velocissimi e la casa è venuta molto bene,  però da lì a vantarsi di quanto fossero forti, visti tutti gli aiuti, era un po’ “too much”.

I lavori proseguono: tutti hanno posato i propri pavimenti. A fine giornata il nostro obiettivo era quello di completare non soltanto le mura, ma di avere anche tutte le travi che fanno da base del tetto pronte. Tutti quanti, per fortuna riescono a mettere tutte le travi: almeno 4/5 case hanno già iniziato a montare il tetto, un paio lo hanno addirittura finito. Così domani, oltre che verniciare, rimarrà solo da mettere le porte e le finestre.

C’è da dire che qui nella baraccopoli è pieno di cani randagi (cioè hanno tutti un proprietario ma non sono proprio cani di razza) e quindi sono anche parecchio brutti. La nostra maggiore preoccupazione è che qualcuno di loro possa avere la rabbia e possa mordere qualcuno dei ragazzi. Il grande vantaggio è che, qualora qualcuno venga morsa, può fare un vaccino immediatamente nel momento in cui viene morso. Fatto sta che la maggior parte dei cani abbaiano moltissimo e c’è un detto in Perù che dice: “perro que latra, no muerde”. Ed è proprio così perché un cane, molto silenziosamente, si avvicina da dietro a uno dei ragazzi che stava scendendo la baraccopoli, e lo morde. Lo portiamo subito al pronto soccorso: viene subito vaccinato contro la rabbia. Ma nel mezzo di questo incidente, è stato un bel momento per farci una grande risata: il ragazzo in questione, uno dei più grandi lavoratori e dalla resistenza fisica enorme, ha dimostrato di essere molto molto fragile dinnanzi all’idea di un piccolo ago.

Alle 17:00 cominciamo a scendere. C’è chi rimane qualche minuto in più per chiudere il tetto. Verso le 17:20 i ragazzi sono tutti presenti e ripartiamo per casa. Arriviamo verso le 18:15 e scendendo dai pullman diciamo ai ragazzi di andare tutti direttamente in auditorio perché abbiamo stravolto un poco gli orari per poter approfittare al meglio di ogni momento. Una volta in auditorio facciamo il resoconto di come è andata la giornata, di come l’hanno vissuta, chiediamo loro a che punto sono con la casa, gli ricordiamo di quanto di meraviglioso, grazie al loro sforzo fisico, stiano facendo per le famiglie. Li invitiamo a tenere sempre fisso il pensiero delle persone per cui stanno facendo tutto questo e di notare sempre le condizioni in cui vivono.

Ci dividiamo poi in 12 gruppi di riflessione (maschi e femmine) che contemporaneamente hanno il loro momento per condividere la giornata e per parlare delle esperienze di amore nella loro vita. Ognuno dei gruppi è coordinato da un membro dello staff, i quali, devo dire, sono stati molto bravi nel guidare la riflessione. La messa si tiene subito dopo alle 20:00. Dopo la messa ceniamo insieme e finiamo la serata con una preghiera di gratitudine: ognuno dei ragazzi dice a voce alta di cosa si sente grato: per la famiglia, per le opportunità che mi hanno dato, per l’occasione di fare questa esperienza, per i fratelli, per gli amici. Una volta finita la preghiera facciamo una piccola riunione con lo staff e con i caposquadra delle varie squadre per fare il punto della situazione e organizzare al meglio la giornata di domani che, nuovamente, comincerà molto presto.