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June 25, 2023

“Sei una meraviglia stupenda”

Fernando Lozada

La giornata di oggi è stata particolarmente faticosa. Dopo giorni di una quasi totale assenza di sole, oggi, proprio quando c'era da fare i tetti delle 10 case, esso è uscito con una forza mai vista da quando siamo arrivati. E in tutto ciò, c'è da ricordare che, il problema non è solo che il sole picchia forte mentre i ragazzi lavorano sul tetto, ma anche che esso viene riflesso dalle lamiere. Il risultato è una vera e propria lampada su tutti i fronti, solo che invece si stare fermi, bisogna essere in continuo movimento per fissare le 11 lamiere che compongono il tetto delle 10 casette. 

A fine giornata purtroppo non possiamo dire di aver raggiunto l'obiettivo del giorno, che era quello di concludere i tetti. In effetti, sono solo 6 le case ad avere chiuso il tetto. Per questo motivo, e vista la fatica della giornata, decidiamo di tornare comunque a casa nel solito orario delle 17.00, ma di partire domattina un’ora prima. Quest'ultima parte non è stata detta ai ragazzi nel briefing di fine giornata. A loro solo è stato fortemente consigliato di andare a dormire il più presto possibile.

Arrivati a questo punto cominciamo anche ad avere i primi feriti “di guerra”, fondamentalmente male allo stomaco. Niente che non si risolva con le cure che abbiamo a disposizione e anche con una sana giornata di riposo. Devo dire che come gruppo si sono ammalati molto poco per ciò che è la media. Sicuramente ha aiutato la temperatura di questo inverno peruviano particolarmente caldo in confronto a quello dell’anno scorso. Ma anche, penso, una gestione più intelligente della fatica e del riposo nella dinamica dell’esperienza. 

Dopo quasi due settimane a contatto con così tanti giovani sono tante le riflessioni che frullano nella mia mente. Penso anche a quanto è meraviglioso l’animo umano e anche a quanto sia facile ferirlo e a volte rovinarlo. Uno vede nei loro occhi un puro desiderio di amare e di mettersi in gioco, ma, allo stesso tempo anche un'enorme ferita di ansia da prestazione e accettazione. Banalmente, da adulti, potremmo ridurre tutto al passaggio dell’adolescenza, ai cambi ormonali, che sicuramente fanno la loro parte. Credo sarebbe molto superficiale non fare i conti con la pressione della società su di loro, soprattutto nelle grandi capitali europee. Credo sarebbe infantile non fare i conti anche con quante volte noi adulti proiettiamo su di loro modelli ai quali magari noi non siamo arrivati, sperando che siano loro la risposta a quelle aspettative incompiute. Penso a tutti quei ragazzi che tra le lacrime in questi giorni desiderano passare più tempo con i propri genitori, soprattutto con i papà… a tutti quelli che fanno fatica ad accettare che mamma e papà, pur amando alla follia, sono essere fragili quanto loro, quindi non perfetti, quindi che sbagliano… penso a tutti quelli che vivono schiacciati dall’ansia di prestazione, dalla paura di deludere o di non farcela. Quelli che si sentono un peso persino davanti ai propri genitori perché non vogliono deluderli o farli soffrire. Quelli che pensano che per essere accolti da mamma e papà devono essere eccellenti in qualcosa: in uno sport, a scuola, in uno strumento musicale, e soffrono perché si sentono ridotti al ruolo che possono giocare in queste discipline. Ma poi, li vedi in un contesto di libertà, dove conta essere se stessi, dove anzi è bello essere se stessi, e brillano, sono belli nel senso più profondo della parola. Li vedi lavorare insieme, cooperare tra di loro, litigare, ferirsi anche, ma poi risolvere tutto. Vedi in loro un entusiasmo per la vita che non è ormai affatto scontato in tanti loro coetanei. Ecco il servizio al prossimo sveglia in loro il gusto per la vita. Spero, speriamo, di cuore, che quest’esperienza si un seme che piano piano germogli in frutti concreti nella loro vita lì dove abitano, lì dove sono chiamati a dispiegare tutta la bellezza che hanno scoperto in loro. 

Oggi a messa il ritornello del salmo diceva: “Tu sei una meraviglia stupenda”. Tutto si riassume nel crederci veramente a queste parole.