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August 14, 2023

"Senza di te non si può fare"

Fernando Lozada

La giornata di oggi comincia come sempre alle 7:00. Facciamo l’ultima preghiera del mattino di questo viaggio, una colazione abbastanza veloce e partiamo per il villaggio alle 8:00.

Dopo aver scaricato gli zaini con i diversi regali che abbiamo portato per i bambini, andiamo tutti nella chiesa accanto alla scuola. La chiesa è già abbastanza piena: avrà una capienza di circa 400 persone e ce ne sono già 200. Quando iniziano a entrare i nostri ragazzi, si riempie totalmente: sedute di saranno state almeno 400 persone e in piedi un altro centinaio. C’è di tutto: bambini, famiglie, anziani, adolescenti (per lo più - come sempre - i giovani fuori dalla chiesa). In quest’occasione c’è anche un sacerdote ruandese che celebra la messa per tutti noi. C’è da dire che, anche se la costruzione di questa chiesa è recente (l’anno scorso la stavano ancora costruendo ed è terminata qualche mese fa) le persone non hanno la possibilità di poter celebrare la messa vista la carenza di sacerdoti anche da queste parti. Quindi quello che viviamo è una vera e propria festa. C’è un coro che canta e ancor prima di iniziare la messa scalda il cuore ed eleva lo spirito per poter vivere al meglio questa liturgia. Ovviamente noi capiamo poco o nulla e seguiamo un po’ a memoria il tutto. Il sacerdote ruandese si alterna con il nostro don Alberto nelle varie fasi della messa e delle letture (alcune sono in italiano con risposta in ruandese). Dopo una breve omelia sia del prete ruandese che di don Alberto, la celebrazione continua. È piena di gioia, colori e di una musica che tocca profondamente il cuore. Ci si emoziona solo nell’ascoltarla (pur non capendo il significato delle parole).

Finita la messa andiamo tutti insieme con le centinaia bambini che ci girano intorno a fare la foto di gruppo davanti alla struttura dell’aula scolastica.

Dopo la foto andiamo tutti nel campo da calcio per l’atteso match di calcio della giornata: Italia contro Ruanda. Quest’anno i ruandesi si sono preparati: hanno quasi tutti le scarpe. L’anno scorso infatti la maggior parte di loro giocavano scalzi e, nonostante questo, dimostrarono una grande padronanza del pallone. Infatti non so veramente come fecero gli italiani a vincere la partita 3-1. Quest’anno i ruandesi non si presentano solo con le scarpe ma anche con una vera e propria divisa. Fatto sta che il Ruanda domina la partita per tutto il tempo. Addirittura gli vengono annullati ingiustamente due gol (pensiamo che il capitano degli italiani abbia dato qualche mancia all’arbitro) finché arriva un gol di pareggio da parte degli italiani (unica occasione che gli si presenta in tutta la partita). Il secondo tempo, a differenza del primo che era durato 20 minuti, ne dura 25. Il nostro italiano Raul non sbaglia un colpo e fa un bellissimo gol. Al trentesimo minuto un rigore a favore del Rwanda che purtroppo (dico purtroppo perché avrei voluto vincesse il Rwanda) il nostro portiere Stani lo para e la partita finisce in pareggio. Finita la partita con abbracci ed esultanza di entrambe le squadre ci avviamo ai nostri pulmini.

Partiamo tra abbracci, singhiozzi, pianti e qualche occhio lucido.

Purtroppo poco dopo essere partiti con i pulmini uni dei ragazzi si rende conto di aver lasciato il proprio zaino con dentro il passaporto ad uno dei bambini ruandesi. Quindi siamo dovuti tornare indietro a cercare il bambino che innocentemente aveva creduto che lo zaino fosse un regalo e non qualcosa da custodire. Una volta recuperato lo zaino, torniamo al nostro alloggio, ci facciamo una bella doccia, terminiamo le valigie, pranziamo e partiamo per Kigali. Strada facendo ci fermeremo in un mercato artigianale, poi ceneremo tutti insieme in un ristorante e dopo di che dritti in aeroporto.

E questo è tutto per questa missione!