
"Tutto è poco alla capacità dell'animo proprio"
Iniziamo la giornata con un breve momento di preghiera e riflessione in cappella, seguito dalla prima colazione. Poi ci prepariamo per partire verso il nostro campo di lavoro. I pullman, per fortuna, arrivano sempre puntuali dopo aver avuto qualche svista con il primo gruppo. Carichiamo i ragazzi e partiamo.
La strada che separa la nostra casa da Pamplona è fatta per metà dall’autostrada Panamericana, una via che collega il sud del Perù al nord, arrivando fino agli Stati Uniti. Questa autostrada, che attraversa Lima, è molto trafficata. Entrando nel quartiere di Pamplona, le case che si trovano all’inizio, come dicevo ieri, sono fatte di materiali più “nobili”, ovvero per lo più di cemento, e l'area è piena di negozi e di vita, con conseguente traffico intenso. Continuando a salire, ci addentriamo nelle realtà più povere e bisognose, come la zona dove stiamo lavorando, all'estremo ovest di Pamplona, chiamata Vinces Doris.
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Qui appunto stiamo costruendo due campi da calcio: uno grande e uno più piccolo. Ogni campo sarà utilizzato da due comunità diverse. Anche se non sono molto distanti l’uno dall’altro, presentano un notevole dislivello tra loro.
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Oggi il sole è coperto, a differenza di ieri, quindi lavoriamo con più facilità. C’è tanto lavoro da fare, ma i ragazzi sono ben organizzati. Il gruppo lavora sodo e con costanza; naturalmente, c'è chi si dedica con maggiore impegno e chi, con un po’ più di furbizia o serenità, lavora più lentamente e trova sempre un motivo per riposarsi. Nulla di grave, fa parte della dinamica delle missioni e dell’esperienza che ognuno dei ragazzi deve vivere.
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Ogni sera ricordiamo loro che il 90-95% dell’esperienza dipende da loro stessi; il resto dipende dalla nostra organizzazione e dal fornire tutti gli strumenti necessari per far sì che vivano un'esperienza significativa. Se qualcuno non sfrutta al massimo questa opportunità, è spesso una questione di responsabilità personale.
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Nonostante le sfide, il lavoro procede: i quadranti di cemento continuano a riempirsi. Purtroppo, abbiamo perso una betoniera, il che significa molta più fatica fisica per i ragazzi, che devono ora fare il cemento a mano. Tuttavia, vediamo anche un'opportunità di insegnamento: quanti adolescenti in Italia sanno davvero come si fa il cemento? Probabilmente pochissimi.
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Dopo aver mangiato, ci dividiamo in sei gruppi, invece dei soliti cinque. Abbiamo introdotto nelle attività pomeridiane un centro chiamato "Ciudad de los niños”, che durante la settimana accoglie bambini provenienti da famiglie con risorse limitate. Questo centro è diverso da quello che intendiamo normalmente; offre ai bambini la possibilità di studiare, formarsi e partecipare a varie attività. L’obiettivo principale è di permettere ai genitori di lavorare “liberamente”, senza il peso economico di dover provvedere ai pasti quotidiani dei loro figli. Anche se può sembrare brutto usare il termine "liberare" in questo contesto, da un punto di vista pragmatico, è esattamente ciò che accade. Durante il weekend, infatti, questi bambini tornano a casa dalle loro mamme.
I ragazzi tornano a casa verso le 17:30, avendo il tempo necessario per prepararsi per l'appuntamento alle 18:30 nel nostro auditorium. Oggi affronteranno la loro seconda riflessione personale, collegata alla tematica della felicità. In questa riflessione, tra i vari testi, c'è quello di Leopardi che abbiamo già citato ieri:
“... il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena né per dir così dalla terra intera, considerare l’ampiezza inestimabile dello spazio, la mole e il numero meraviglioso dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio. Immaginarsi il numero dei mondi infiniti e l’universo infinito e sentire che l’animo e il desiderio nostro sarebbe ancora più grande di siffatto universo, e sempre accusare le cose di insufficienza e nullità, e patire mancamento e vuoto e perciò noia, pare a me il maggior segno di grandezza e di umiltà che si venga nella natura umana”.
Ci sono molti testi, ma ci concentriamo su questo perché riesce a esprimere con parole di un autore sicuramente più abile e potente di noi, il concetto che l’uomo può avere tutto ciò che questa vita offre dal punto di vista materiale e persino emotivo, come gli affetti. Tuttavia, esiste un principio di eternità, qualcosa di molto più grande, che non può essere riempito o soddisfatto con ciò che è visibile e limitato in questo mondo. L’uomo deve aprirsi a questa possibilità e ricercarla, perché questa realtà illumina chi egli è, permettendogli di dare un senso alla propria vita e di intraprendere il cammino verso la vera felicità.
Dopo una breve introduzione ai testi che affrontano il tema della felicità da diverse prospettive, i ragazzi hanno del tempo per rispondere per iscritto a delle domande, approfondendo così questa tematica così importante. La riflessione sulla felicità vuole essere una sfida a conoscersi e a mettersi in gioco. Scrivere permette di trasformare pensieri ed esperienze in qualcosa di più concreto. Anche se può sembrare più “povero” rispetto all'esperienza vissuta, scrivere dà ordine alle idee e permette di riflettere su ciò che è stato vissuto in quel momento.
Quando tutti hanno finito, ci ritroviamo in auditorium per formare i gruppi di riflessione. Abbiamo deciso di suddividerli in gruppi il più piccoli possibile per favorire l'intimità e la libertà nel raccontarsi, rendendo l'esperienza ancora più ricca.
Un grande vantaggio di quest'anno è che siamo in 15 membri dello staff, il che ci permette di dedicarci più pienamente ai ragazzi, rispettando le loro varie aspettative. Ogni gruppo di ragazzi e ragazze viene affidato a un membro dello staff, che cambierà nei giorni successivi per consentire conversazioni approfondite sulle tematiche che affronteremo e sul viaggio in generale.
I gruppi di riflessione sono sempre uno dei momenti più apprezzati dai ragazzi, poiché rappresentano un'occasione di profonda intimità, condivisione e libertà. È un momento in cui possono mostrarsi per quello che sono, aprire il cuore e non sentirsi giudicati. È una vera e propria esplosione di emozioni belle, che risponde ai bisogni più profondi dell'animo umano, specialmente degli adolescenti.
Dopo aver finito di riflettere, chi più chi meno, verso le 20:30, passiamo il resto della serata tra chiacchiere, giochi di società e carte, creando situazioni che promuovono la conoscenza reciproca e la relazione con gli altri. Il che ci rende tutti molto felici.