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July 24, 2025

Un amore da vivere

Arianna de Blasio

Il nono giorno è iniziato con un po’ di fatica. La stanchezza comincia a farsi sentire: sono tanti i giorni di lavoro alle spalle, le alzate presto, le mani stanche, le riflessioni intense. Ma come succede spesso qui in missione, basta poco per ritrovare la forza. E così è stato anche oggi: appena i ragazzi hanno iniziato la giornata, tutto è passato. Lo spirito è tornato alto e la voglia di dare non è mai mancata.

Questa mattina è stata dedicata alla conferenza di Padre Gonzalo, che ha toccato un tema centrale nella vita di ciascuno: l’amore.
Una parola che tutti conoscono, ma che pochi si fermano davvero a comprendere. La conferenza è stata un viaggio dentro le sue forme, le sue sfumature, le sue profondità.

Padre Gonzalo ha iniziato con una domanda semplice ma potente: “Se sento la parola amore, cosa mi viene in mente?”
Da lì si è aperto un percorso, aiutato da tre parole greche che illuminano diversi volti dell’amore: Eros, Philia e Agapè.
• Eros: non solo l’amore erotico, ma l’amore come attrazione, desiderio, tensione verso l’alto. È centrato su chi ama, su chi cerca. È una forza vera, ma ha un limite: se vissuto solo così, ha un tempo, ha una scadenza.
• Philia: è l’amicizia vera, quella in cui si dà e si riceve, in equilibrio. È l’amore che cresce tra due persone, non più solo desiderio, ma dono reciproco. Trovare un amico, ha detto, è un dono divino, e va custodito con cura da entrambe le parti.
• Agapè: è l’amore gratuito, che si dona senza cercare nulla in cambio. È il sacrificio, il mettersi da parte, è amare l’altro solo perché esiste. È un amore che cambia il cuore, che lo rende più grande.

Padre Gonzalo ha parlato anche dell’importanza di riconoscere quanto amore abbiamo ricevuto nella vita, spesso senza nemmeno rendercene conto.
Ha invitato i ragazzi ad avere un cuore grato, capace di vedere ciò che c’è, e non solo ciò che manca.
È proprio da questa consapevolezza che può nascere l’amore vero, scelto, maturo. Un amore che non vive solo di emozioni, ma che si fonda su una scelta libera: “Io voglio amare.”

È stata una conferenza intensa, che ha lasciato i ragazzi pensierosi, ma anche profondamente ispirati. Una di quelle parole che non si dimenticano.

Dopo la conferenza, come sempre, si è tornati al lavoro. Anche se la stanchezza si faceva sentire, i ragazzi hanno continuato con determinazione. Basta mettersi in moto, e il corpo segue il cuore. Tra un’attività e l’altra, il ritmo della missione è andato avanti, fatto di fatica condivisa, sorrisi e piccoli grandi gesti.

La giornata si è conclusa con una super mega cena fuori, un momento di festa, di libertà, di leggerezza meritata. Tavolate piene, piatti locali, risate forti, racconti che si intrecciano. Un’occasione per stare insieme in un altro modo, e per celebrare tutto quello che si sta vivendo, giorno dopo giorno.