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February 20, 2024

Un regalo a Napoli

Ginevra Anastagi

Mercoledì 7 febbraio, carichi di 50 regali, ci siamo recati a Napoli, presso l’istituto Ozanam del rione Sanità. La scuola accoglie circa 200 bambini del quartiere, con la possibilità di iscrizione ad asilo nido, scuola dell’infanzia, e scuola primaria.

Ciò che rende speciale questa scuola è il tipo di offerta educativa, che ha un grande impatto sia sui bambini che le loro famiglie. L’istituto si propone come obiettivo quello di andare oltre la mera educazione nelle ore scolastiche: in una realtà come quella del rione Sanità, dove vivono famiglie spesso in contesti difficili, si impone come luogo sicuro e punto di riferimento.
L’Ozanam accoglie i bambini dalle 8 del mattino fino alle 16, includendo vitto fresco ogni giorno, intrattenendoli dopo le lezioni con varie attività come film, storie, e circle time settimanali, volti ad approfondire tematiche relative a sentimenti cruciali per il loro sviluppo.

Lo scopo di questo tipo di organizzazione strutturale è di tenere i piccoli occupati e permettere ai genitori di lavorare con serenità anche il pomeriggio, così assicurandosi che i bambini non vengano ritirati dalla scuola.
Nonostante gli alti costi di mantenimento, soprattutto rispetto alla simbolica cifra che viene chiesta alle famiglie annualmente, l'istituto ha come obiettivo quello di tenere i bambini lontani dalla strada e prepararli ad un auspicato passaggio alla scuola secondaria di primo grado.

Dopo aver distribuito i nostri regali ai bambini, abbiamo visitato l’intera struttura accompagnati dalla Coordinatrice dell’istituto Isabella Torre, che ha gentilmente accettato di rispondere a qualche domanda sulla scuola:

1) In una realtà come quella del rione Sanità, che impatto riesce ad avere il vostro istituto?

“Siamo una piccola realtà che comunque riesce ad ospitare, educare e crescere circa 200 bambini l'anno. l'Ozanam rimane per i ragazzi e per le loro famiglie un punto di riferimento importante. Il maggior impatto è quello di riuscire ad attrarre i bambini per allontanarli dalla ‘strada’ […]” 

2) Da quale contesto provengono i bambini che frequentano la scuola?

“I bambini hanno contesti di provenienza molto misti. [...] La maggior parte hanno alle spalle famiglie disagiate economicamente e/o deprivate a livello socio-ambientale, talvolta anche famiglie di provenienza camorristica, ma anche famiglie di lavoratori con valori saldi. Per la quasi totalità il livello di istruzione è medio-basso, per la maggioranza delle famiglie è molto importante che i figli studino e riescano ad avere una vita diversa dalla loro.” 

3) Quali sono gli obiettivi che la scuola si prefigge per i bambini che accoglie?

“Siamo una piccola realtà in confronto alle grandi scuole pubbliche della zona, ma speriamo di riuscire a incidere nelle vite dei bambini che accogliamo offrendo loro uno sguardo su una realtà il più vasta possibile. […] Perché arrivino didatticamente preparati ma anche più consapevoli rispetto alle problematiche che probabilmente si troveranno ad affrontare, speriamo con maggiore serenità certi che la "famiglia" allargata costruita qui a scuola possa essere per loro un riferimento in caso di bisogno.”

4) Qual è il livello di importanza che hanno le donazioni per la vostra struttura?

“Le donazioni sono fondamentali per la nostra struttura: le famiglie ogni mese versano un contributo simbolico, (circa il 30%del costo totale di gestione) ma, considerata l'offerta della scuola, che ha anche una cucina interna alla struttura […] gli oneri relativi al personale e le importanti bollette delle varie utenze, senza ricevere le donazioni non potremmo sostenerle.”

5) Quali sono le maggiori difficoltà che il corpo docente e chi lavora nella scuola si trova a dover affrontare?

"Purtroppo, le maggiori difficoltà si riscontrano nel momento in cui si chiede la collaborazione delle famiglie […] La maggiore difficoltà in assoluto è insegnare che il rispetto di poche semplici regole è funzionale alla crescita dei bambini e al corretto funzionamento della scuola, un'altra difficoltà da affrontare quasi ogni anno è l'inserimento di bambini stranieri che non sanno ancora la lingua italiana."

La nostra visita presso l'Ozanam è il primo dei tanti progetti che abbiamo in mente per la città di Napoli: sarà nostra premura non solo continuare a supportare questo istituto, il cui funzionamento dipende interamente dalle donazioni che riceve, ma riuscire ad aiutare anche altre realtà nella città.
Wecare quest'anno si impegnerà ad ampliare il suo raggio d'azione, solcando confini fisici per poter portare supporto in tutta Italia!