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June 30, 2023

Una cornice per rendere tutto più bello

Fernando Lozada

Dopo aver accompagnato il primo gruppo in aeroporto, e dopo un paio di giorni di riposo a Lima, tra ieri notte e questa mattina è arrivato il secondo gruppo di ragazzi. Hanno tutti tra i 15 e i 17 anni, sono 111 e insieme a loro siamo uno staff di 21 persone. La parte del gruppo arrivata ieri notte ha avuto la grande fortuna di poter riposare fino alle 7:45 del mattino, mentre i martiri del volo notturno, arrivati da noi in albergo verso le 8:30, hanno solo avuto il tempo di occupare le proprie stanze, prepararsi al lavoro, ascoltare una mini introduzione ai gruppi di lavoro di questi primi sette giorni, per poi partire insieme a tutti quanti verso Pamplona Alta, la baraccopoli dove già da oggi abbiamo iniziato a costruire un campetto sportivo sia di calcio che di pallacanestro che di pallavolo, dalle tribune e alle scale. Il cemento da fare è più del doppio di quello fatto con il gruppo precedente, quindi speriamo che per via dell’età e del numero di partecipanti, i giorni di lavoro bastino per portare a termine quest’opera. 

I pullman, partiti per oggi verso le 10:15, arrivano alle 11:00 e parcheggiano poco più in giù del nostro cantiere. I ragazzi sono stati divisi in 11 gruppi da 10 partecipanti, tranne un gruppo che ne ha 11. Ogni gruppo ha uno staff, o due, di riferimento. Ogni tre gruppi occupano uno degli 4 autobus, tranne l’ultimo autobus che porta con sé solo due gruppi di lavoro. Abbiamo rischiato di lasciare senza elettricità buona parte della zona alta della baraccopoli. O meglio non tanto noi, quanto il secondo degli autisti, che è andato contro un cavo della luce clandestino. Questo perché, da queste parti, non ci sono servizi, non c’è acqua potabile, non c’è la fogna, la luce tecnicamente non c’è per cui ci sono questi cavi che la “rubano”. 

Da dove vengono lasciati i ragazzi ci sono circa 300 metri di distanza con forse una cinquantina di metri di dislivello da dove è stato preparato, nei giorni scorsi dalle famiglie beneficiarie, il terreno per il campetto. L’accoglienza è bellissima! Hanno preparato cartelloni, palloncini, e pian piano che arrivano i ragazzi essi vengono festeggiati con applausi e urla. Per i ragazzi il tutto è molto pittoresco, nonché impattante. Perché è difficile rimanere indifferenti all’arrivo a Pamplona Alta, da dove vedi un senza fine di montagne aride piene di casette costruite per metà, alcune in cemento, molte in paglia e legno, soprattutto quelle più in alto perché appartengono agli ultimi arrivati. Le strade non sono asfaltate, i cani randagi sono all’ordine del giorno, ogni tanto si vede del fumo da dove bruciano la spazzatura. Oggi poi è una giornata di sole, durissimo per il lavoro dei ragazzi, e questo permette “apprezzare” di più la vastità di questo posto che sembra veramente non avere fine.

La miseria che si vede e si sente, che si tocca e si respira in ogni angolo di Pamplona Alta, contrasta con la gioia e i sorrisi delle persone del posto. C’è in tutti loro una dignità che va oltre tutto ciò che gli può mancare, a cui difficilmente noi, abituati ad avere un bel po' di sovrastrutture, e tante cose inutili in eccesso, riusciamo a dare una spiegazione. Come se fossimo convinti che la nostra dignità dipenda da un vestito, un titolo, un conto in banca e non dal cuore di ognuno di noi. Ecco il cuore di queste persone, con mille ferite, mille sofferenze, sembra, per assurdo, pieno di pace.

Dopo aver mangiato a fine lavoro mattutino, i ragazzi vengono divisi in 4 gruppi. Degli orfanotrofi e dei luoghi di accoglienza dove sono andati nel pomeriggio, scriveremo nei prossimi giorni, ogni posto merita un racconto a sé. Ognuna di queste strutture dista circa 30 minuti dal nostro cantiere, e dista a sua volta tra i 15 e i 30 minuti dalla casa di ritiro San Agustin che ci accoglie in questi giorni. Tornano più o meno tutti tra le 17:30 e le 17:50 e alle 18:30 ci incontriamo tutti per un’introduzione a questi giorni.

Iniziamo con le presentazioni del Team e dello Staff di Wecare, e proseguiamo con una narrativa sul senso del regolamento scendendo anche a dettagli molto espliciti, e tutti frutto di esperienze passate. Dopo aver chiarito il senso del regolamento quale cornice affinché l’esperienza sia la più bella possibile, approfondiamo le diverse tematiche, alcune particolarmente delicate, di questa fase della vita. Dalla semplice cura del posto che oggi ci accoglie, alla cura del cibo che non va mai sprecato. Dalla cura del linguaggio, poiché la parola come crea può anche distruggere, e può fare tanto più male di un qualsiasi male fisico. Dalla cura di sé partendo con l’esteriorità quale il sonno, la pulizia e il nutrimento, approfondendo l’aspetto dei vizi (ci sono ragazzi che sono arrivati con intere stecche di sigarette, per le quali devono aver spesso almeno un centinaio di euro…), e il divieto assoluto di droga e alcool. Entrando infine in tematiche più complesse e delicate quali il bullismo, in una narrativa dove rimane chiaro che il bullo non è che un bambino insicuro che se la prende solo con chi all’apparenza è più debole fisicamente. E infine la sfera sessuale con uno sguardo positivo sul dono di sé anche tramite il corpo, ma dove la sfera sessuale se staccata dalla sfera dell’amore, quello vero, può essere origine di tante dolorose ferite. Siamo ben consapevoli che abbiamo un gruppo di adolescenti i cui maestri sono i social dove l’edonismo e il materialismo sono all’ordine del giorno, con false promesse di felicità immediata e senza fatica. Ovviamente ci sono poi le conseguenze, e quando si parla, in determinati casi, di rientro a casa (a causa del possesso di droghe per esempio) molti ci guardano increduli. Speriamo davvero non ci sia nessuno che abbia avuto la geniale idea di portarsi dietro chissà che cosa, perché con il dolore più grande dovremo veramente spedirlo o spedirli indietro.

Poi si parla sul senso di questo viaggio. Prima di tutto del volontariato, dove dietro la costruzione di un campetto o delle case, ci deve essere sempre la consapevolezza non tanto o solo del perché lo stiamo facendo, ma del per chi lo stiamo facendo. È così che un momento di fatica o di sconforto può diventare qualcosa di molto positivo, perché si sa che dietro tutto ciò c’è il sorriso di un bambino o la serenità di una famiglia. Parliamo anche dell’esperienza di gruppo, invitando ad abbassare le maschere e mettere da parte quella brutta abitudine di etichettare gli altri. Di aprirsi al dono che sono gli altri per noi e di trattarsi con bontà e gratitudine. E che ovviamente non vogliamo “faide” tra Roma e Milano (che fatica certe volte gli adolescenti).  Infine, li invitiamo fortemente a vivere quest’esperienza come un viaggio interiore, un punto di partenza e di riflessione al quale arrivano dopo un anno pieno di eventi, positivi e negativi, di fallimento e di successi, ma con la consapevolezza che niente di quanto può andare male ha su di loro l’ultima parola. In questo contesto è fondamentale un atteggiamento di ascolto alle conferenze, di darsi da fare con le riflessioni personali, di mettersi in gioco con i gruppi di riflessione, e di dare un’opportunità anche alla sfera spirituale tramite la partecipazione alle messa quotidiana e tramite l'ascolto di quelle parole che sono di vita eterna. 

Finiamo la riunione con la consegna delle magliette e dei libretti delle riflessioni. Il libretto delle riflessioni è una sorta di passaporto. Ognuno metterà su di esso il proprio nome e se ne deve prendere cura. Può essere richiesto in qualsiasi momento, per esempio per la giornata libera, e chi non ne è in possesso semplicemente… la salta. Infine, raccontiamo gli esiti della loro raccolta fondi personale. Hanno raccolto, come gruppo, più dell'obiettivo fissato, nonostante 2 di loro non abbiano raccolto proprio nulla (mi fa ridere il fatto che uno di loro è tra quelli che hanno saggiamente investito in innumerevoli stecche di sigarette). Siamo comunque molto fieri di come hanno gestito tutti la raccolta fondi portando a casa un risultato stupendo: l’obiettivo era di 27500 euro, e sono riusciti a raccogliere 35400 euro. Un grande successo!

Alle 20:00 partecipiamo tutti alla messa di inizio Missioni, e dopo, affamatissimi, mangiamo insieme un squisito pollo al forno. Finita la cena ci riuniamo un ultima volta in auditorio. Era previsto un primo questionario personale ma i ragazzi sono troppo cotti per farlo. Quindi salutiamo i ragazzi che sono qui per la prima volta e rimaniamo con chi è qui per la seconda volta. Insistiamo sul fatto che da loro, che sono già venuti, ci aspettiamo un atteggiamento esemplare, e allo stesso tempo che saremo molto più duri con loro che con chiunque altro. Chiudiamo questa giornata con una riunione con lo staff, per valutare come è andata questa prima giornata e poter venire incontro al meglio alle varie sfide che si presentano ogni giorno.